giovedì 14 marzo 2013

Memorie di Adriano / con Giorgio Albertazzi


Chi ha letto il mio post sul libro di Marguerite Yourcenar, sa che ho letteralmente adorato il romanzo Memorie di Adriano.

È fondamentalmente per questo che, quando ho visto per le strade di Roma il manifesto relativo allo spettacolo teatrale con protagonista Giorgio Albertazzi, mi sono subito fiondata a comprare il biglietto. E non me ne sono pentita.

Innanzitutto devo salutare con favore e con gioia il cambio di registro e di programmazione del Teatro Parioli (sì, sì, non vi sbagliate, è proprio quello dove si svolgeva il Maurizio Costanzo Show). Si tratta del teatro del quartiere più upper class, ma non necessariamente più intellettuale, di Roma, che dopo la fine del celebre programma televisivo ha continuato con una programmazione teatrale di impronta sostanzialmente televisiva. Tant’è che pur essendo io una che a teatro ci va abbastanza non mi era mai capitato di andarci. Finalmente il teatro è stato rilevato da Luigi, figlio di Peppino De Filippo - cui il teatro è stato intitolato - dando l’avvio a un nuovo corso, maggiormente improntato alla qualità.

In secondo luogo, bisogna certamente rendere merito alla grandezza di un attore come Giorgio Albertazzi che, alla veneranda età di 90 anni, dimostra ancora non solo di saper reggere con disinvoltura quello che di fatto è un monologo, ma di saper infondere al testo emozione e partecipazione.

Certo, si tratta di una rappresentazione che dura circa un’ora e che costituisce ormai per lui un vero e proprio cavallo di battaglia, però sulle ultime, bellissime parole che sono quelle che fanno da epigrafe al libro, Animula vagula, blandula / hospes comesque corporis / quae nunc abibis in loca / pallidula, rigida, nudula / nec, ut soles, dabis iocos…, non si può rimanere indifferenti.

L’adattamento del romanzo al monologo teatrale, pur dovendo rinunciare a molti contenuti del libro, è fedele ed efficace nel rendere l’immagine di questo grande imperatore, nonché complesso e modernissimo uomo.

La messa in scena è arricchita dall’intervento sul palco di altri attori che a volte interloquiscono con Adriano, altre volte rappresentano gli eventi della sua vita attraverso danze, giochi, coreografie.

Chi ha amato Memorie di Adriano non potrà non restare affascinato dal vedersi comparire davanti Adriano in persona, ormai anziano e pieno di acciacchi, ma lucidissimo nel ricostruire il passato e nell’andare incontro alla morte ad occhi aperti. Difficile dire dove finisce Albertazzi e comincia Adriano, e viceversa.

Voto: 4/5


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