Pompa i bassi, Bruno! / Baru. Bologna: Coconino Press, 2011.
Ultimamente mi sto appassionando alle graphic novels d'autore. Dopo essermi fatta una cultura su Guy Delisle (a proposito, Cronache birmane è esaurito, mi toccherà prenderlo in prestito da qualcuno o in biblioteca), grazie alla generosità di C. entro in contatto con il mondo di Baru.
Baru è lo pseudonimo del fumettista Hervé Barulea, che viene da una terra, la Francia (ma vale lo stesso per il vicino Belgio), in cui il fumetto ha conservato una grande dignità letteraria e i negozi specializzati in fumetti sono ancora molto diffusi.
Qui da noi dobbiamo accontarci di un'offerta risicata che per fortuna viene in parte compensata dalle opportunità di acquistare fumetti in lingua originale su Internet. Perciò, vorrei innanzitutto rendere merito alla Coconino Press, casa editrice specializzata in graphic novels, che si è data l'arduo compito di far conoscere al pubblico italiano il mondo del fumetto di qualità e i lavori dei più importanti autori italiani e stranieri.
E così, in una serata in cui non ho voglia di guardare la tv né di leggere un libro né di vedere un film al computer, inizio a leggere e a divorare con gli occhi Pompa i bassi, Bruno e non vado a dormire prima di averlo finito.
È la storia di Slimane, un ragazzino africano che sogna di fare il calciatore e che - all'inseguimento di questo sogno - arriva come clandestino in Francia. Si imbatterà in una maldestra banda di rapinatori che vorrebbe assicurarsi una vecchiaia felice grazie ad un ultimo, sostanzioso colpo. Ma le cose non andranno esattamente come sperato per tutti.
Di Baru mi piace molto il disegno e soprattutto il colore acquerellato. Mi piace anche il ritmo narrativo e la sintesi visiva con cui si permette veri e propri salti di sceneggiatura, consentendo comunque al lettore di intuire e completare mentalmente quello che non è esplicito e non è disegnato.
A volte può essere difficile stargli dietro... Ma, in fondo, questa scelta rende la lettura meno passiva e routinaria e ci costringe a un ruolo attivo, ad essere parte integrante della narrazione.
Alla fine della lettura la sensazione è simile a quella che provo di fronte a un corto cinematografico fatto bene. In cui - a causa del limitato tempo a disposizione - non tutto può essere detto e spiegato, ma la forza espressiva e simbolica è altissima proprio per effetto della condensazione temporale.
Baru ci parla di grossi problemi sociali del nostro tempo, ma lo fa con la leggerezza del tratto disegnato e con un originale e dinamico uso del colore. Niente è statico nelle sue tavole. Neanche la nostra mente mentre le scorriamo.
Voto: 3,5/5
giovedì 24 febbraio 2011
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