venerdì 3 agosto 2018

I gialli e i blu. La costa baltica della Germania in bicicletta (prima parte)


Il nostro diciassettesimo viaggio itinerante in bicicletta si svolge quest'anno in Germania, lungo la costa baltica da Lubecca a Stralsund, in qualche modo un viaggio complementare a quello che avevamo fatto qualche anno fa da Berlino a Usedom e che ci permette di avere adesso un'idea piuttosto precisa del nord della Germania.

La nostra conclusione è che - mentre altre zone della Germania attraversate in passato in bicicletta ci erano sembrate un pochino noiose, come i fiumi accanto ai quali scorrono - quest'area presenta una vivacità di paesaggi e una vitalità che la rendono molto ma molto più godibile.

Voliamo dall'Italia su Amburgo, una città in cui avremo modo di fermarci un po' sia all'andata che al ritorno, complice anche lo spostamento del nostro volo di ritorno un giorno in avanti. Si tratta di una città che, pur essendo a circa 100 km dal mare, è a tutti gli effetti una città portuale, tra l'altro uno dei porti più grandi del nord Europa. Adagiata sull'enorme estuario del fiume Elba, Amburgo ha un rapporto speciale con l'acqua che la attraversa in tutta la sua estensione al punto tale che pare  abbia più ponti di Venezia.

All'arrivo il primo giorno ci dedichiamo in particolare alla visita del quartiere di Speicherstadt, i grandi magazzini di stoccaggio delle merci ora in parte riconvertiti, HafenCity, il quartiere del porto in piena fase di rinnovamento, e arriviamo fino alla Elbphilharmonie, l'edificio che ospita la filarmonica di Amburgo e che è diventato quasi un marchio della città.

Il primo impatto con la città, anche grazie a una splendida giornata di sole, è molto positivo e ci trasmette l'energia di un luogo in grande fermento, ma anche di grande vivibilità.

Al termine del nostro viaggio in bicicletta completeremo la visita della città, concentrandoci questa volta sui quartieri centrali, dove si trovano la Rathaus, la St. Jakobi Kirche, la Sprinkehof (un enorme edificio di uffici che devo dire ha un suo fascino), fino ad arrivare alla Deichstrasse, pare la strada più antica di Amburgo dove un certo numero di edifici "storici" si affaccia da una parte sulla strada e dall'altra sul canale. Ci allunghiamo fino alla St. Michaelis Kirche dove saliamo anche sul campanile, che è uno dei punti più alti della città da dove si gode una vista a 360°, sebbene il vento fortissimo riduca la nostra permanenza.

Sempre nel nostro vagare un po' casuale per la città arriviamo al cosiddetto "quartiere dei compositori" (KomponistenQuartier), il cui cuore è la Peterstrasse dove ci sono i musei di Brahms e Telemann, nonché delle bellissime residenze seicentesche ricostruite con grande garbo. Qui faremo la nostra ultima cena, buonissima, godendoci gli ultimi raggi del sole, al Kleinhuis Cafè & Weinstube.

La breve passeggiata sulla Reeperbahn e a St. Pauli, fors'anche per l'orario un po' infelice, non ci colpisce, se non per qualche bell'edificio moderno, di cui tra l'altro Amburgo è ricca in ogni sua parte.

La mattina della partenza riusciremo anche ad andare al famigerato Fischmarkt, che la domenica chiude alle 9,30, utilizzando una macchina di Car2go, che prima parcheggiamo davanti a un garage e che facciamo in tempo a spostare poco prima che il proprietario del garage che deve uscire con la sua macchina chiami il carro attrezzi (quando S. gli dice che spostiamo la macchina la guarda e le risponde "Good idea" come se dicesse "Ti spiezzo in due"). Ovviamente al Fischmarkt l'asta del pesce è finita da tempo, ma l'atmosfera resta vivace e confusa; quando arriviamo - facendoci largo nell'affollatissimo mercato che lo circonda - una band di musica country sta per iniziare il suo concerto e la gente si sta facendo trascinare in allegri balli. Il nostro tour della città finirà con una lunga passeggiata nel quartiere di Altona, dove si trova il Fischmarkt, e che prima era un paese autonomo tanto che ha un proprio municipio.

Ma veniamo al nostro giro in bicicletta.

Quest'anno il nostro percorso inizia da Lubecca e prosegue con le seguenti tappe:

1. Lubecca - Wismar (75 km)
2. Wismar - Kuhlungsborn (65 km)
3. Kuhlungsborn - Warnemunde (26 km + 13 km in giro per Rostock)
4. Warnemunde - Wustrow (36 km + 7 km di giri vari)
5. Wustrow - Bresewitz (40 km + 8 km)
6. Bresewitz - Stralsund (54 km)

Per un totale di 324 km, secondo la nostra media standard ;-)

Difficile raccontare per filo e per segno tutte queste tappe, mi limiterò a richiamare le cose che per noi sono rimaste memorabili da diversi punti di vista.

Innanzitutto, non credo che dimenticheremo facilmente le straordinarie colazioni di cui abbiamo potuto godere, con una menzione speciale per quella al Lindenhof Hotel a Lubecca dove c'era tra dolce e salato qualunque cosa possa venire in mente, comprese le aringhe preparate in ogni modo possibile. S. si azzarderà perfino ad assaggiare una soljanka, una zuppa calda, in una di queste colazioni!

Sempre per rimanere in tema culinario la vacanza si è caratterizzata per la onnipresenza dell'aringa, che abbiamo mangiato praticamente tutti i giorni fatta nei modi più varie e accoppiata a molti altri ingredienti compresa la carne in uno dei piatti più tipici della zona, il Labskaus.

Non possiamo poi non segnalare il ristorante Anderswie, dove mangiamo una cena da ristorante stellato composta da una zuppa di pesce con alghe e gnocchi, un pulled pork presentato in lattina e accompagnato da crauti e patate al forno, una gallinella di mare con contorno di crauti e patate lesse in salsa di burro, nonché una crema catalana di ottima fattura. E dire che quando eravamo arrivate a Bresewitz alla nostra Pension Boddenblick ci eravamo spaventate di essere in un paesino sperduto, letteralmente composto di quattro case e ci stavamo preoccupando della nostra cena!

Fantastici i baracchini che vendono i panini col pesce (fischbrötchen) di cui non approfittiamo abbastanza secondo me, nonché tutte le pescherie dove entriamo volendo portarci via tutto, ma da cui usciamo con le poche cose trasportabili: penso alla Fischhalle sul porto di Stralsund dove ci portiamo via due enormi polpette di pesce che mangeremo poi in treno.

(Continua a leggere il racconto di viaggio qui)

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