Chen Po-Ching (Austin Lin) soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), che tra le altre cose si manifesta sotto forma di una pesante misofobia. Questo fa sì che il ragazzo segua ogni giorno una scrupolosa procedura che rende le sue giornate tutte perfettamente identiche le une alle altre e in buona parte occupate dalla pulizia personale e della casa nella quale vive. Ogni 15 giorni, Po-Ching - bardato come un palombaro - va al supermercato per la spesa. È proprio in una di queste sue uscite che conosce Chen Ching (Nikki Hsin-Ying Hsieh), che immediatamente riconosce come affetta dal suo stesso disturbo.
Quasi inevitabilmente i due giovani sono attirati l'uno verso l'altra e iniziano una storia, fino a decidere di andare a vivere insieme a casa di Po-Ching. Il loro disturbo e le loro idiosincrasie sono talmente simili e in parte complementari da renderli una coppia praticamente perfetta, con le medesime esigenze e i medesimi problemi.
Un giorno però accade che Po-Ching si sveglia e, attirato da un colombo nel giardino, si accorge che il suo disturbo ossessivo-compulsivo è sparito. Da lì in poi i suoi bisogni cambiano e ciò che lo legava a Ching diventa motivo di progressivo allontanamento.
La commedia taiwanese, che tanto successo ha avuto al Far East Film Festival, inizia con un ritmo divertente e divertito e poi si fa romantica; vira infine verso un tono sempre più malinconico e drammatico. Parallelamente a questi cambiamenti di tono si modifica anche il formato del girato, che nella prima parte è quello dell'iPhone e poi nella scena in cui Po-Ching scopre improvvisamente di non soffrire più del DOC diventa 16:9 con un artificio che ricorda un po' quello utilizzato da Xavier Dolan in Mommy.
Il film (che sicuramente è nel complesso più vicino al mondo cinematografico occidentale che a quello cinese) è interessante sia dal punto di vista strettamente cinematografico (inquadrature, scenografia, montaggio), sia dal punto di vista narrativo e dell'orizzonte di senso, in quanto apre a una serie di riflessioni non del tutto banali, soprattutto se si va un po' oltre la superficie di quello che viene raccontato.
Apparentemente il regista Liao Ming-yi ci racconta la normale parabola di una storia d'amore, facendone emergere le contraddizioni grazie a due personaggi estremi e anomali come Po-Ching e Ching.
In realtà, proprio per effetto all'iperbole ottenuta grazie ai due protagonisti, ci sta parlando di qualcosa di più, ossia ci invita a riflettere sul fatto che le somiglianze e la comunanza di interessi ed esigenze sono un collante strepitoso e a suo modo molto semplice, però non tiene conto del fatto che gli esseri umani non restano per sempre uguali a sé stessi. Ognuno di noi cambia ed evolve nel corso della vita, e insieme a questi cambiamenti si modificano anche le nostre esigenze e le preferenze.
Due esseri umani che si incontrano - tanto più se all'interno di un rapporto d'amore - devono dunque essere consapevoli che non è sulle somiglianze che si costruisce la possibilità della durata, bensì sulle differenze, e che un rapporto che va avanti lo fa solo al prezzo di una continua ricerca di compromessi e forme di compensazione tra le differenze. A me il film ha comunicato questo - se vogliamo semplice - messaggio: se accettiamo fin dal principio il cambiamento e lo mettiamo nel conto, è molto più probabile che lo sapremo affrontare e metabolizzare all'interno del rapporto. Se invece pensiamo che tutto rimarrà uguale al primo giorno la storia è inevitabilmente destinata a finire, da qualunque parte arrivi il cambiamento.
Una serata gradevole. Un film agrodolce, piacevole a vedersi e non superficiale. Attori molto in parte.
Voto: 3,5/5
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