Non lasciarmi / Kazuo Ishiguro; trad. di Paola Novarese. Torino: Einaudi, 2006.
Dopo aver visto il film sul cellulare di S, durante una lunga pausa in una tappa del viaggio in bicicletta dello scorso anno, distese su un prato davanti a un laghetto, mi era venuta la curiosità di leggere il libro di Ishiguro da cui il film è stato tratto.
E - pur avendolo letto in un periodo piuttosto pieno in cui avevo poco tempo per leggere - posso dire di averlo divorato. Ovviamente, mi sono mancati completamente l'atmosfera carica di ambiguità e l'effetto sorpresa che caratterizzano il romanzo e la storia in esso raccontata, perché già conoscevo l'arcano di fondo. Eppure, la piacevolezza e l'interesse nella lettura non ne hanno risentito, e una forza per certi versi oscura mi ha trascinato attraverso le pagine fino alla fine.
Della storia è d'obbligo non rivelare troppi particolari. Possiamo certamente dire che protagoniste di questa storia sono tre persone, Kathy, che è anche la voce narrante, Tommy e Ruth. Il libro si articola in tre parti corrispondenti a tre fasi ed età diverse della vita di questi personaggi: la prima è ambientata a Hailsham, una specie di collegio dove i tre vivono fino quasi alla maggiore età e dove ricevono la loro formazione; la seconda ambientata ai Cottages, delle case organizzate come un piccolo villaggio autonomo dove gli studenti di Hailsham e di altri collegi vanno a vivere quando diventano grandi e autonomi; infine, nell'ultima parte i tre hanno preso ciascuno la propria strada e queste strade si incroceranno, volontariamente e involontariamente, rivelando a poco a poco tutta la verità sulle loro vite.
Quella di Ishiguro è una storia sospesa in un tempo difficile da collocare, in un mondo che assomiglia molto a quello che conosciamo ma nel quale ci sono cose che non fanno parte della nostra esperienza e che sono perciò poco comprensibili. Solo man mano che si va avanti nella lettura questa realtà comincerà a prendere forma e a rivelarsi per quella che è, ossia una distopia che però è tanto più inquietante in quanto realistica e completamente plausibile rispetto alla direzione che sta prendendo la nostra società.
La forza del romanzo di Ishiguro sta nel mettere il lettore sullo stesso piano di Kathy: in questo modo, se da un lato l'identificazione e l'empatia con la protagonista e i suoi amici è inevitabile, altrettanto inevitabile è il senso di spaesamento e talvolta di disallineamento emotivo che ci accompagna per buona parte del libro.
Kathy, Ruth e Tommy sono ragazzi normali e tra loro si innescano le comuni dinamiche proprie di alcune età della vita e che pertengono a sentimenti quali l'amicizia, l'amore, la rabbia, l'incomprensione, i tradimenti. Al contempo però loro - e anche i loro compagni - appaiono quasi degli alieni, totalmente decontestualizzati rispetto al mondo reale.
Quella di Ishiguro è una riflessione profonda sull'umanità e sui confini della nostra etica, e anche una metafora della tendenza umana a non farsi scrupoli o a non porsi troppe domande di fronte allo sfruttamento esercitato da un gruppo dominante su un gruppo dominato, fino all'estremo di non riconoscere ai componenti di quest'ultimo gli stessi sentimenti e dunque gli stessi diritti dell'altro.
Non lasciarmi è però anche una bellissima storia di amore e di amicizia, il racconto direi "classico" di un triangolo, che si arricchisce di sfumature nuove e originali, ma porta con sé tutta la tradizione letteraria sul tema. Grande libro.
Voto: 4/5
mercoledì 15 aprile 2020
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Dico la verità: il film lo andai a vedere solo perchè adoravo (e adoro) Keira Knightley, ma ne rimasi affascinato. E anche un po' a disagio, eh... l'argomento è tosto. Dopo, come te, lessi anche il romanzo, che da allora rimane sempre sulla mia scrivaia, in bella evidenxa, pronto per essere riassaporato in qualche momento. Gran libro, concordo.
RispondiEliminaL'argomento è parecchio tosto. Comunque gran libro e bel film. Spero tu stia bene. Un saluto, Anna
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