lunedì 29 gennaio 2024

The Holdovers

Ho incrociato il percorso cinematografico di Alexander Payne diverse volte, ma la mia idea di lui resta legata a uno dei primi film che ho visto della sua produzione, Sideways (in realtà prima ancora avevo visto A proposito di Schmidt che pure mi era piaciuto molto). Per me Payne è il regista di Sideways, e anche se poi ne ho visti anche altri, tra cui Paradiso amaro (invero piuttosto diverso), quando ho saputo che era uscito un suo nuovo film il mio pensiero è andato immediatamente a Sideways.

Sicuramente anche la presenza di Paul Giamatti che accomuna i due film ha contribuito a determinare la mia associazione di idee e non ho esitato un minuto ad andare a vederlo, mentre già leggevo in giro recensioni molto positive del film.

La storia è presto detta. Siamo a dicembre del 1970 e gli allievi della Barton Academy si preparano ad andare a casa per le vacanze. Come ogni anno qualche studente deve restare al college perché non ha nessuno o non può raggiungere i suoi cari e un professore viene scelto per fare babysitting agli studenti rimasti. Si ritroveranno così a trascorrere le festività insieme il professor Hunhum (Paul Giamatti), lo studente Angus (Dominic Sessa) e la cuoca Mary (Da'Vine Joy Randolph), tre persone che più diverse e più lontane non potrebbero essere, ma che condividono la medesima solitudine e hanno – seppure in modi differenti – storie dolorose alle spalle. Scopriranno a poco a poco le proprie affinità al di là delle differenze, e impareranno a volersi bene, meglio e più di una famiglia tradizionale, sostenendosi reciprocamente nelle proprie difficoltà. Soprattutto l’insegnante reietto e lo studente semi-scapestrato faranno un pezzetto di strada insieme, uscendo da questo percorso ciascuno trasformato e arricchito.

In questo mio breve commento partirò dalla confezione del film: fin dai titoli di testa si capisce che quello di Alexander Payne è un esplicito omaggio ai film dell’epoca della New Hollywood (dagli anni Sessanta agli anni Ottanta). Vintage è la grafica, la scelta della pellicola 35 mm e della sua inevitabile grana, le zoomate improvvise oggi ormai demodé. Da questo punto di vista il film è davvero apprezzabile e godibile.

Lo stesso direi della recitazione: i tre attori, Paul Giamatti, Dominic Sessa e Da'Vine Joy Randolph, nei rispettivi ruoli, fanno decisamente a gara di bravura, e sono adorabili, insopportabili e credibili al contempo.

Resta inoltre apprezzabile il tono agrodolce di Payne, la scelta del dramedy che fa sorridere e riflettere al contempo.

Cos’è che dunque non mi è piaciuto? Mi aspettavo un film in cui i sentimenti e le relazioni restassero più sottotraccia, lasciati all’interpretazione dello spettatore, un po’ come in Sideways, e invece mi ritrovo di fronte a un film che per certi versi mi è sembrato molto esplicito, a tratti quasi didascalico nel convogliare certi sentimenti ed emozioni.

Posso certamente comprendere che da Sideways siano passati vent’anni (era il 2004), e mentre l’allora quarantreenne Payne affidava all’alter ego Giamatti i sentimenti di un uomo nella fase ancora espansiva della vita, l’attuale sessantreenne Payne riporta sulla scena il suo doppio con un ruolo e una posizione completamente diversi. Non più quello di un uomo che si confronta con un suo coetaneo, ma quello di un quasi vecchio che si sta ripiegando su sé stesso, ma che nel futuro di un giovanissimo riesce a trovare ancora il senso della propria vita e del proprio sacrificio.

E sicuramente ci sta. Però a me l’incertezza di Jack e Miles (i protagonisti del film 2004) e le loro in fondo improbabili riflessioni esistenziali risultavano più interessanti e convincenti del messaggio fin troppo esplicito della sceneggiatura su cui si regge quest’ultimo film. Bello, ma secondo me non memorabile.

Voto: 3/5



4 commenti:

  1. Pensa che io l'ho apprezzato appunto per l'assenza di sentimentalismo o patetismo eccessivo, quando invece le tragedie dei personaggi invitavano ad essere molto più strappalacrime. Ma è anche vero che non ho mai visto Sideways quindi non riesco a fare confronti...

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    1. Non ci sono sentimentalismo e patetismo, e questo l'ho apprezzato molto. Ma secondo me è tutto parecchio detto ed esplicitato, compreso il sacrificio finale del professore...

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  2. Sì in effetti anch'io l'ho apprezzato ma non posso dire che mi abbia conquistato. Un film fatto di attori (Giamatti e Sessa super) ma anche abbastanza prevedibile, che non va oltre il "carino"... dopo aver letto un sacco di recensioni entusiaste mi aspettavo parecchio di più.

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