Nell'ambito del Romaeuropa Festival non perdo l'occasione di andare a vedere dal vivo questo spettacolo che ha come protagonista e mattatrice la bravissima Lucia Mascino, che nel corso degli anni ho imparato ad apprezzare sempre di più.
Il testo è di Monica Dolan (titolo originale The B*easts), ed è stato tradotto e adattato per i palchi italiani da Serena Sinigaglia. Protagonista è una psicoterapeuta che si è trovata a gestire il caso di una madre e di sua figlia che a otto anni ha voluto e ottenuto dalla madre di potersi sottoporre a un intervento di chirurgia estetica per aumentare il volume del seno.
Di fronte a questa vicenda, la protagonista - divisa tra una sua dimensione privata di cui sappiamo poco e un ruolo pubblico molto delicato - si rivolge direttamente agli spettatori per raccontare questa storia, ma anche per condividere con loro le sue riflessioni, i suoi pensieri e i suoi dubbi.
Il racconto diventa l'occasione per sfuggire al facile giudizio volto a colpevolizzare una madre e sua figlia, bensì per riflettere sulla società tutta, sui suoi processi e percorsi che in qualche modo hanno condotto a tale situazione, certo estrema, ma sempre meno isolata. Ed è anche l'occasione per la psicoterapeuta per riflettere sul proprio ruolo e sulla propria responsabilità, essendo essa stessa chiamata a stilare un rapporto medico nell'ambito di un processo penale.
Non ci sono risposte nel testo di Monica Dolan, ma solo riflessioni e domande, che chiamano ciascuno di noi a interrogarsi, non tanto per prendere posizione, ma piuttosto per provare a capire e a interpretare una realtà che si fa sempre più sfuggente e difficile.
Sul palco un grande albero spoglio riverso, illuminato, con il quale la protagonista interagisce, curandolo, o utilizzandolo come seduta o come luogo di parziale nascondimento.
Lucia Mascino è brava nel recitare con tutto il corpo - come dice la mia amica I. - offrendo a questo personaggio una fragilità e un'empatia palpabili, capaci di produrre un vero processo identificativo rispetto al senso di inadeguatezza che la protagonista rivela di fronte alla complessità del reale e che risulta infine pienamente comprensibile. Il lungo applauso conferma il gradimento del pubblico.
Voto: 3,5/5
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