L'opera prima di Jean-Baptiste Durand ha fatto il pienone delle nomination ai César, i cosiddetti Oscar francesi, per poi vincere i premi per la miglior opera prima e la migliore promessa maschile a uno dei protagonisti e vero mattatore della pellicola, Raphaël Quenard, che interpreta nel film Antoine Miralés.
Chien de la casse è ambientato a Le Pouget, un piccolo paesino del sud della Francia, e racconta la storia dell'amicizia tra Antoine, che tutti chiamano Miralés, e Damien (Anthony Bajon), che tutti chiamano Dog.
I due sono amici da molti anni, diversissimi e al contempo accomunati da un senso di insoddisfazione rispetto alle proprie vite. Miralés ha studiato da cuoco, ma passa il tempo a bighellonare per la città con il suo cane Balabar e il suo amico Dog, che sta aspettando la chiamata nell'esercito. Il primo ha una personalità esuberante, una parlantina inarrestabile e atteggiamenti molto contraddittori: da un lato si occupa della madre che soffre di depressione, va a trovare la vicina di casa anziana portandole dei biscotti, si ferma a chiacchierare col matto del paese, dall'altro non perde occasione per riprendere l'amico e dimostrare la sua predominanza nel rapporto e la sua superiorità. Il secondo è di pochissime parole, ha lo sguardo triste di chi non brilla in autostima, e subisce passivamente il ruolo predominante di Miralés.
Il loro è un rapporto di codipendenza, in cui amore e tossicità convivono, ma che in un certo senso è per entrambi l'unica difesa rispetto a un contesto sociale piccolo, asfissiante e senza prospettive. Miralés sembra soffrire dell'impossibilità di mettere a frutto i suoi talenti e la sua cultura, Dog vive uno stato di compressione emotiva e di paura da cui sembra non riuscire ad affrancarsi.
A scompigliare le carte di una routine insopportabile ma rassicurante arriva Elsa (Galatéa Bellugi), una ragazza proveniente dalla Bretagna che si trasferisce per un mese a casa della nonna.
Contro ogni aspettativa, Elsa inizia una storia con Dog, e - compresa la dinamica nella quale quest'ultimo è intrappolato - opera attivamente per affrancarlo da Miralés, determinando l'allontanamento tra i due ragazzi e la gelosia di Miralés, che non è chiaro se sia maggiormente rivolta a Elsa o a Dog.
Questa interruzione dei rapporti di forza consolidati innesca una serie di eventi che costringeranno i due ragazzi a interrogarsi su tutto quello che davano per scontato o che accettavano più o meno passivamente senza fare nulla per produrre una qualche forma di cambiamento.
Non è una "grande" storia quella raccontata da Durand, e probabilmente in essa c'è anche tanta parte di memoria autobiografica, però in questa storia piccola e in fondo molto personale ci sono tanti temi diversi, affrontati senza paura né sconti: la provincia e i suoi limitati orizzonti, l'amicizia maschile e i suoi stereotipi, i rapporti di codipendenza, un'originale tipologia di triangolo amoroso, la contraddittorietà individuale che ci riguarda tutti, soprattutto nella fase della gioventù. E molto altro.
Non un film che punta alla gradevolezza a tutti i costi, ma che secondo me coglie nel segno, soprattutto grazie alla complessità del personaggio di Miralés e alla interpretazione di Quenard, al punto che vorresti menarlo e abbracciarlo al contempo.
Voto: 3,5/5
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