Sempre alla ricerca di bella musica da andare ad ascoltare dal vivo, il Monk si conferma ormai un punto di riferimento per la scena musicale romana dal vivo, almeno per quanto riguarda il tipo di musica che ascolto io. In questo caso ci hanno messo lo zampino anche i ragazzi di Unplugged in Monti che hanno catturato Bonnie Prince Billy (al secolo Will Oldham, attore, oltre che musicista) nel suo tour italiano.
Io ho incontrato la musica di Bonnie Prince Billy parecchio tempo fa, e non so bene neanche come e perché. Ho alcuni CD di lui da solista, ma anche Superwolf, quello realizzato insieme al sodale Matt Sweeney. Negli ultimi anni lo avevo seguito di meno, ma qualcosa via via avevo comprato, trovando sempre conferma delle sue qualità, sebbene non sempre entusiasmandomi.
L'ultimo suo lavoro Keeping secrets will destroy you l'ho preso e ascoltato con molto interesse, trascinata dalle ottime recensioni. E così non potevo perdere l'occasione di andare ad ascoltarlo dal vivo.
In questo tour il cantante di Louisville, Kentucky, si presenta in trio, accompagnato da due polistrumentisti molto bravi, Thomas Deakin che alterna clarinetto, tromba e chitarra elettrica, e Drew Miller che suona sax e flauto traverso. E devo dire che personalmente ho particolarmente apprezzato gli arrangiamenti e il tipo di atmosfera intima scelta per questi concerti.
I tre salgono sul palco e iniziano subito a cantare e suonare, ma scopriremo a poco a poco la simpatia e le capacità istrioniche di Bonnie, suggerite anche dal suo look, fatto dall'immancabile cappello da baseball con la bandiera della Sierra Leone, una camicia di jeans ricamata con dei fiorellini, l'eyeliner agli occhi e un fard con brillantini sulle guance (che caratterizza anche gli altri due musicisti), smalto celeste alle mani, calzini a quadri. Tutti e tre sono seduti sulle sedie per eseguire i loro brani, anche se Bonnie continuerà ad assumere posizioni diverse, e poi si alzerà in piedi in particolare per cantare la canzone L'ultima occasione di Mina.
Durante il concerto si alternano canzoni dell'ultimo album a suoi lavori più vecchi, nonché a cover di famose canzoni della tradizione country-folk, e tra una canzone e l'altra Will ci racconta aneddoti della sua vita, e ogni tanto si rivolge a sua figlia, una bambina dai capelli biondi che va avanti e indietro tra la zona davanti al palco e il dietro le quinte. Tra le numerose chiacchiere, Will ci racconta anche della sua amicizia con Steve Albini, morto qualche settimana fa, e a lui dedica la classica I see a darkness.
Al termine del concerto i tre quasi subito si esibiscono in un bis, ma quando escono dal palco e sembra che tutto sia finito tornano, chiamati a gran voce per un'ultima canzone, lasciandoci poi a una bella notte romana di primavera.
Voto: 3,5/5
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