L'anno scorso - dopo che un'amica mi aveva parlato benissimo della compagnia e visto che il Teatro Vascello dedicava una specie di retrospettiva ai loro spettacoli - avevo preso il biglietto per andare a vedere Thanks for Vaselina, ma, a causa di uno dei tanti eventi romani che bloccano il traffico in mezza città, non sono riuscita a raggiungere il teatro per tempo e ho dovuto rinunciare.
Quest'anno dunque non mi sono lasciata scappare l'occasione di vedere il loro ultimo spettacolo, Salveremo il mondo prima dell'alba, in programmazione sempre al Teatro Vascello. In realtà avevo avuto un primo assaggio della scrittura di Gabriele Di Luca, il drammaturgo che scrive gli spettacoli di Carrozzeria Orfeo con lo spettacolo Stupida Show!, la stand up comedy realizzata per Paola Minaccioni, ma in questo caso ho potuto apprezzare la compagnia in tutta la sua articolazione e complessità.
Salveremo il mondo prima dell'alba è ambientato in un wellness centre per ricchi collocato su un satellite spaziale. In questo centro ci sono Jasmine (Alice Giroldini), una popstar afflitta dalla sua stessa celebrità e con un rapporto difficile con la madre e con la sessualità, Omar (Sergio Romano), un imprenditore ricco che ha lasciato la sua famiglia (moglie e figlia) per vivere la sua sessualità con il compagno Patrizio (Roberto Serpi), William (Ivan Zerbinati), un capitalista senza scrupoli che fa soldi creando e diffondendo fake news, e il suo domestico bengalese Nat (Sebastiano Bronzato). A gestire questo processo di riabilitazione un coach, interpretato da Massimiliano Setti, vestito come Dargen D'Amico (!), che un po' è una quasi figura di terapeuta, un po' è un ca**one che fa battute stupide.
Lo spettacolo, che dura circa due ore e mezza con una pausa tra i due atti, fila via come un treno, senza un momento di stanchezza o di noia, grazie alla regia di Di Luca, Setti e Tedeschi, a un allestimento perfetto, ad attori di grande qualità e a un testo scoppiettante, in cui si alternano comicità pura, satira sociale e intermezzi di riflessione.
Non posso fare il confronto con i lavori precedenti, ma mi pare che la caratteristica principale di Carrozzeria Orfeo stia proprio in questo mirabile equilibrio tra leggerezza e profondità, in virtù del quale tutti i temi trattati - che sono tanti, dal femminismo ai social, dal rapporto tra ricchi e poveri al cambiamento climatico, dalle dinamiche familiari alle storture del capitalismo, e molte altre - sono affrontati in modo non superficiale, ma senza nemmeno prendersi troppo sul serio, ché altrimenti si finirebbe in uno stucchevole discorso esistenzialista e filosofico. Qualche elemento di banalità che mi ha fatto un po' storcere il naso l'ho trovato proprio nelle riflessioni presuntamente filosofiche, però perdonabili in quanto compensati dalla ricchezza di umanità, di compassione, di empatia che questo testo mette in campo, cercando di comprendere le sofferenze, le piccolezze e gli errori dei singoli, anche quelli più insopportabili, e attraverso di loro quelle dell'umanità tutta, che alla fine - vista da lontano e con un cannocchiale capovolto - emerge in tutta la sua piccolezza, ma anche unicità. Al punto tale che lo spettacolo riesce a concludersi con un'apertura di speranza, riconoscendo a un'umanità che si sta autodistruggendo la possibilità di ripartire daccapo, anche se forse destinata alla stessa parabola.
Durante Salveremo il mondo prima dell'alba si ride molto, ma si pensa anche molto, e soprattutto si viene stimolati a mettere in campo il proprio senso di appartenenza all'umanità in tutte le sue sfaccettature, facendo dunque un esercizio di comprensione prima - e soprattutto oltre - il giudizio. Perché nessuno di noi del pubblico è diverso da quell'umanità confusa, dipendente, sofferente, eppure adorabile che si muove sul palco davanti a noi.
Voto: 4/5
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