Siamo nel 1999. Un uomo (Pedro Pascal) è inseguito e ucciso da altri uomini che gli rubano la valigetta che porta con sé. Questo è solo il prologo di Drive-away dolls, perché proprio intorno a questa valigetta si sviluppa tutto il plot del film, che procede su due assi paralleli inevitabilmente destinati a incontrarsi.
Da un lato la storia di Jamie (Margaret Qualley) e Marian (Geraldine Viswanathan), due giovani ragazze lesbiche, amiche ma molto diverse nell'atteggiamento: la prima è una "sciupafemmine" e sebbene sia fidanzata con Sukie (Beanie Feldstein) non perde occasioni per andare a letto con altre, la seconda invece non ha mai superato la delusione per una storia d'amore finita da tempo e per questo motivo si è chiusa in sé stessa e nelle sue letture. Quando Sukie lascia Jamie, le due amiche decidono di staccare un po' e partire con una macchina verso Tallahassee, una città della Florida dove vive la zia di Marian.
Dall'altro lato c'è la storia della valigetta e del suo contenuto che - scopriremo più avanti - mette a rischio la carriera di un importante politico americano, che dunque ha sguinzagliato dei suoi uomini per recuperarla.
Peccato che, per un errore del gestore del noleggio auto, la macchina nel cui fondo del bagagliaio è custodita la preziosa valigetta venga data alle due ragazze, del tutto ignare della situazione.
Inizia così un inseguimento attraverso tutta la Florida, durante il quale numerose saranno le avventure e disavventure delle due ragazze e dei loro inseguitori, fino al crescendo finale con il cameo di Matt Damon nei panni dell'uomo politico danneggiato dalla circolazione del contenuto della macchinetta.
Il primo film di Ethan Coen in solitaria (senza il fratello Joel, ma con la moglie Tricia Cooke) è un divertissement che si ispira ai b-movie degli anni Settanta, ma è ambientato negli anni Novanta e rilegge il classico gangster road movie in chiave queer, con alcuni elementi che si richiamano all'immaginario psichedelico degli anni Sessanta (per esempio nelle transizioni tra una scena e l'altra). La sceneggiatura è leggera, divertita e divertente, le protagoniste sono due giovani donne alla ricerca della loro libertà e indipendenza, il mondo maschile è tratteggiato in modo quasi caricaturale, la sceneggiatura è piena di doppi sensi ed elementi comici. Il risultato è una commedia sgangherata e un po' grottesca che, pur richiamandosi a certo cinema del passato, ricorda anche molto la precedente produzione dei Coen. Il tutto però in salsa queer, non solo per le protagoniste ma anche per i riferimenti sottesi (il contenuto della valigetta è un omaggio all'artista Cynthia Plaster Caster, cui il film è dedicato). Pare che il film fosse stato scritto tempo fa, ma solo ora nel 2024 ha trovato un contesto favorevole alla sua realizzazione e distribuzione.
Durante la visione si ride, si sorride, e si spegne un po' il cervello, perché Drive-away dolls non ha grandi messaggi da trasmettere o particolari intenzioni, bensì è fondamentalmente l'occasione per divertirsi giocando con i modelli del passato e mischiandoli con la tematica queer.
Voto: 3/5
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