Tom Harper (un grande Timothy Spall) è un anziano signore che ha da poco perso la moglie Mary, con cui molti anni prima, nel 1952, si era trasferito da Land's End (alla punta occidentale estrema della Cornovaglia) a John O'Groats, il paese più a nord della Scozia, per sfuggire a qualcosa che sulle prime non sappiamo.
Ora che la moglie è morta, Tom decide di ritornare a Land's End per adempiere a una promessa fatta alla moglie qualche anno prima. Il viaggio sarà tutto in autobus, ripercorrendo a ritroso la strada fatta nel 1952 e fermandosi nei posti in cui a suo tempo si era fermato con Mary o a cui sono legati ricordi con lei.
Tom però è vecchio e malandato, e dunque il suo viaggio a ritroso attraverso tutta la Gran Bretagna si trasforma in una corsa a ostacoli e in una vera e propria avventura, durante la quale incontrerà sia persone che lo aiuteranno e lo sosterranno, sia persone che lui stesso aiuterà in termini materiali o psicologici, sia persone che più o meno volontariamente lo ostacoleranno o gli creeranno problemi.
Man mano che Tom procede, il suo viaggio non passa inosservato e, grazie alle potenzialità dei social, diventa esperienza collettiva, al punto tale che al suo arrivo a Land's End, Tom troverà una piccola folla ad attenderlo.
Nel frattempo avremo modo di conoscere i momenti salienti della storia di Tom e Mary, il motivo che li ha portati lontani da Land's End, gli snodi principali della loro vita, e soprattutto gli eventi degli ultimissimi anni.
Nel complesso il film è gradevole e riesce a innescare un coinvolgimento emotivo che a me qualche lacrimuccia l'ha fatta scendere. Ciò detto, né il tema né lo sviluppo sono originali né sorprendenti, anzi tutto risulta piuttosto prevedibile e scontato.
Rispetto a grandi classici dalla tematica simile come Una storia vera di David Lynch, The last bus (Appuntamento a Land's End) è una versione annacquata e poco convincente, tenuta su quasi interamente dall'interpretazione di Timothy Spall.
Voto: 3/5
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