La Centrale Montemartini è uno dei musei di Roma più originali e interessanti, e tra quelli dove torno sempre con molto piacere. Negli spazi di questo palazzo, che si trova nell'ex area industriale di Roma su via Ostiense e che ospitava un impianto di produzione dell'energia elettrica, si trovano insieme i vecchi macchinari della centrale e statue e reperti di epoca romana, dunque archeologia industriale e archeologia classica accostati in un dialogo davvero affascinante.
Tra l'altro dalle finestre del palazzo si vedono altri impianti e macchinari - quasi tutti dismessi - che popolano quest'area della città, nonché il famoso gazometro, diventato ormai uno dei simboli della città.
Personalmente suggerisco di fare un giro alla Centrale Montemartini indipendentemente dalle mostre temporanee che ospita, e se siete residenti a Roma potete sottoscrivere la MIC ed entrarvi gratuitamente, come in tutti i musei del Comune.
Io ci ero stata diversi anni fa ma ci sono tornata dopo aver visto in giro i manifesti della mostra fotografica sulle Architetture inabitabili, e in quanto appassionata di fotografia mi è sembrata un'ottima scusa per questa nuova visita.
La mostra fotografica si sviluppa prevalentemente al piano terra ed è dedicata ad alcune architetture iconiche del territorio italiano che sono nate con finalità diverse da quelle abitative. Si parte dal campanile semisommerso di Curon, situato nel lago di Resia in Trentino-Alto Adige, unica parte ancora visibile della vecchia cittadina che fu distrutta e sommersa per realizzare il lago a scopi idroelettrici, per andare al Memoriale Brion ad Altivole, sepoltura della famiglia Brion realizzata da Carlo Scarpa, al Cretto di Gibellina, grande installazione di cemento bianco dell’artista Alberto Burri, a ricordo della città distrutta nel terremoto del Belice del 1968, fino ad arrivare al Lingotto di Torino, che un tempo ospitava la fabbrica della FIAT, agli Ex Seccatoi del Tabacco di Città di Castello, che oggi ospitano gli ultimi grandi cicli pittorici di Alberto Burri, ai Palmenti di Pietragalla, costruzioni rupestri in pietra utilizzate come laboratori per la produzione del vino, alla Torre Branca, struttura realizzata per la Triennale di Milano del 1933, da qualche tempo nuovamente visitabile. Ovviamente tra le architetture inabitabili c'è anche il già citato Gazometro di Roma.
Queste architetture sono illustrate attraverso fotografie che ne documentano l'evoluzione nel tempo, da quelle risalenti alla costruzione fino a quelle più recenti, nonché mediante video d'epoca, quasi tutte provenienti dall'Istituto Luce. Filmati ulteriori sulle architetture illustrate sono disponibili al ballatoio presente nella sala caldaie.
Per quanto riguarda l'apparato fotografico l'esposizione si compone di fotografie di carattere documentario, e altre invece di tipo più propriamente artistico. Svettano su tutte alcune bellissime fotografie di Gabriele Basilico, che probabilmente valgono il "prezzo" della mostra.
Per il resto confermo che è sempre un piacere passeggiare per le sale di questo museo certamente insolito e originale.
Voto: 3/5
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