La rassegna di Foto/Industria, la biennale di fotografia dell'industria e del lavoro che la Fondazione MAST organizza a novembre nella città di Bologna, è dedicata quest'anno al tema del Game, ossia all'industria del gioco in fotografia.
Come due anni fa, approfitto di un weekend bolognese per visitare alcune delle mostre, dopo essermi studiata il programma. Quest'anno la mia selezione ha seguito due criteri primari, vedere mostre classiche di fotografia saltando la videoarte e le installazioni, e scegliere mostre in luoghi che non conosco in modo da scoprire anche qualcosa di nuovo.
Alla fine vedo al Museo Archeologico le mostre Las Vegas di Daniel Faust e Flippers di Olivo Barbieri, a Palazzo Boncompagni la mostra Playgrounds di Linda Fregni Nagler, a Casa Saraceni la mostra Berlin Funfair di Heinrich Zille e infine a San Giorgio in Poggiale alla biblioteca d'arte e di storia la mostra La salle de classe di Hicham Benohoud.
Las Vegas è un assemblaggio di foto che documentano gli elementi più bizzarri e incredibili della città, producendo un caleidoscopio che rappresenta una realtà che sembra artefatta ma non lo è, mentre in Flippers Barbieri racconta in immagini - d'insieme e di dettaglio - un deposito abbandonato di flippers da lui trovato nel 1977 non lontano da casa sua. Un po' come in Las Vegas, con cui questa mostra condivide la sede (e le due mostre sono tenute insieme da un documentario video realizzato da Barbieri a Las Vegas con un elicottero), anche in Flippers realtà e "finzione" si mescolano inestricabilmente (non a caso il progetto di Barbieri era piaciuto molto a Luigi Ghirri).
Playgrounds mette insieme fotografie in grande formato di parchi giochi ripresi in notturna e in bianco e nero: l'effetto è spiazzante e straniante, in quanto questi luoghi normalmente pieni di vita, di suoni e di colori, si trasformano in ambienti sospesi nel tempo e nello spazio, a tratti quasi inquietanti.
Berlin Funfair raccoglie le fotografie che Heinrich Zille scattò alle fiere berlinesi tenutesi a cavallo dell'Ottocento. Si tratta di fotografie che sono innanzitutto una testimonianza storica sia per quanto riguarda la tecnica fotografica che per quanto riguarda i soggetti; in alcuni casi anche le inquadrature, i soggetti e le scelte di questo fotografo riscoperto risultano interessanti e originali.
Infine, La salle de classe è forse la mostra - tra quelle viste - più sorprendente. Si tratta delle foto in bianco e nero che Hicham Benohoud ha scattato ai suoi studenti in classe, elaborando di volta in volta delle "scenografie" con semplici oggetti e delle pose dei ragazzi, che insieme creano situazioni surreali o che suggeriscono letture e interpretazioni del tutto personali. Molto bella anche grazie alla bellezza del contesto della sala della Biblioteca d'arte e di storia che la ospita.
Insomma, la biennale Foto/Industria si conferma una bellissima opportunità e un'occasione da non perdere per bolognesi e turisti di passaggio nella città.
Voto: 3,5/5
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