Richard Linklater è un regista imprevedibile, capace di passare con nonchalance da film che indagano con finezza e senza retorica sui sentimenti (che poi sono i miei preferiti della sua filmografia) a film divertiti e divertenti, che non vogliono veicolare chissà quali messaggi.
In questo caso, con il film Hit Man, co-sceneggiato insieme all'attore principale Glen Powell (pratica abbastanza tipica del modo di lavorare di Linklater), siamo nell'ambito del puro divertissement, come si capisce anche dalla visione di quello che viene presentato come trailer ufficiale del film e che inserisco in calce. Ebbene, il trailer è una pura invenzione, e non ha niente a che vedere con i contenuti effettivi del film, ed è dunque l'ennesimo gioco che il regista innesca con lo spettatore, creando un'aspettativa fasulla, come fasullo è il sicario protagonista del film.
L'ultimo film di Linklater presentato alla Mostra del cinema di Venezia è parzialmente ispirato a una storia vera, quella di un professore universitario di filosofia del Texas che per anni ha collaborato con la polizia, impersonando - anche attraverso dei travestimenti - il ruolo di un sicario, al fine di agganciare potenziali omicidi e poterli far arrestare e processare prima che venga commesso il crimine.
Su questa storia - invero abbastanza incredibile - Linklater e il suo attore protagonista Glen Powell costruiscono una narrazione avvincente, che si fa di volta in volta film d'azione, storia d'amore, noir, gangster movie, romanzo di formazione e commedia, dentro un ritmo che non ha un minimo di cedimento.
Buona parte della riuscita del film sta nella prova di Glen Powell nel personaggio di Gary Johnson, sicario per hobby, camaleontico nelle sue trasformazioni temporanee e anche nella sua evoluzione personale da timido e anonimo professore a fascinoso uomo d'azione, ma altrettanto contano le spalle di Powell, rappresentate da Adria Arjona nel personaggio di Maddy (dolce e indifesa giovane sposa capace di infondere nel suo personaggio una adeguata dose di ambiguità) e Austin Amelio nel personaggio di Jasper, collega rimpiazzato da Gary che si dimostrerà ben più intelligente di quanto non appaia.
Alcune sequenze del film e alcuni passaggi della sceneggiatura sono davvero notevoli, da far scattare l'applauso in sala, cosa cui raramente si assiste al cinema. Una per tutte: la visita di Gary con microfono addosso a casa di Maddy, in cui - senza dire ad alta voce le cose come stanno - deve convincere e aiutare quest'ultima a recitare una parte che scagionerà entrambi. Forse poco credibile, ma altamente godibile.
Insomma, se volete vedere una storia parzialmente vera che ha dell'incredibile, e volete trascorrere un paio d'ore di puro e divertito godimento cinematografico non perdete l'ultimo film di Linklater. Per me lui rimane quello della trilogia del Before e di Boyhood, ma non dimentichiamoci che nella sua filmografia ha anche titoli come School of rock.
E poi da un regista che ha ormai 63 anni e che ha fatto cose pregevoli mi aspetto che sia ormai nella fase in cui voglia principalmente divertirsi con il suo lavoro, e del resto se lo fa così bene e facendo divertire e appassionare anche il pubblico ben venga.
Voto: 3,5/5
Non ti ho letta, è un film che spero esca anche da noi...👋
RispondiEliminaDovrebbe uscire visto il nome del regista!
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