Kafka sulla spiaggia / Murakami Haruki; trad. di Giorgio Amitrano. Torino: Einaudi, 2013.
Mi accosto alfine anche a uno dei libri più noti di Murakami Haruki che sono forse una delle ultime persone a non aver letto (di lui ho letto soltanto L’incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio). Vari amici nel tempo me ne hanno parlato, anche in termini entusiastici ma con la lettura per me è sempre così. Deve arrivare il momento giusto.
E quel momento è arrivato.
Ho iniziato a leggere Kafka sulla spiaggia un po' in sordina. Poche pagine a sera e all'inizio in alcuni casi ho dovuto anche rileggere.
Poi durante i giorni della presenza di mio padre a Roma, mentre lui guardava la televisione io ho cominciato a leggere più a lungo e più intensamente. E a un certo punto non mi sono più staccata.
Ci sono delle caratteristiche di Murakami - e probabilmente della cultura giapponese in generale - che potrebbero non essermi congeniali, ossia tutta la componente magica, spirituale e soprannaturale. Non a caso uno dei miei problemi con la narrativa sudamericana è proprio questo: non riesco a metabolizzare il loro ricorso all'elemento magico. Però incredibilmente in Murakami questo aspetto non mi dà fastidio. Mi sento molto come Hoshino, il personaggio forse più "normale" del libro, che di fronte alle situazioni sempre più incredibili e assurde che si trova a vivere, dopo un breve stupore iniziale, finisce per rassegnarsi e accettare di non poter capire, comportandosi come se in tutta questa stranezza non ci fosse nulla di strano.
Insomma seguo con passione crescente la vicenda di Tamura Kafka, il ragazzo quindicenne scappato di casa per cercare sua madre o forse per trovare la propria identità, e quelle di Nakata, un signore che ha problemi di ritardo mentale a causa di un incidente misterioso occorsogli da bambino, ma che ha poteri eccezionali come quello di parlare con i gatti e di far piovere delle cose dal cielo.
Le loro storie saranno destinate fatalmente a incontrarsi dopo aver proceduto a lungo in parallelo e lo faranno in un luogo altamente simbolico, la biblioteca Komura dove Kafka troverà ospitalità e la cui direttrice è la signora Saeki.
Intorno ai due personaggi principali una serie di comprimari altrettanto importanti. Oltre al già citato Hoshino che accompagna Nakata, ci sono il bibliotecario Oshima e la giovane Sakura.
La narrazione prosegue in modo via via più appassionante, sebbene Murakami non ci spieghi tutto e semini indizi e ipotesi che non vengono mai confermate né lo saranno fino al termine del romanzo.
Alla conclusione della lettura ognuno potrà dunque darsi le proprie spiegazioni e interpretare la storia secondo la propria sensibilità.
Nel complesso, la lettura di Kafka sulla spiaggia è stata un'esperienza conturbante e che non lascia indifferenti.
Voto: 3,5/5
Sarà che lo lessi durante il lockdown, ma... me lo trascinai per oltre un mese e, a trenta pagine dalla fine, decisi di non spenderci altro tempo 😅😅
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EliminaLo posso capire. Non è una lettura trascinante
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