È il 1987, l'anno dello scudetto del Napoli. Anna (Dominique Donnarumma) ha 13 anni e si affaccia all'adolescenza (esattamente come me a quella data). Vive con sua madre in un quartiere di Napoli, un vero e proprio borgo che si sviluppa intorno a una piazza centrale e che - trovandosi sul percorso previsto del nuovo viadotto - deve essere abbattuto e le famiglie ricollocate altrove. La madre di Anna (Antonia Truppo) non vede l'ora di andar via da questo microcosmo soffocante, mentre le altre famiglie si oppongono strenuamente alla rilocalizzazione. Anna, con fare proprio di un'adolescente, va in direzione uguale e contraria a quella della madre, e osserva con morboso interesse il mondo circostante, in particolare i movimenti che riguardano Ciro (Massimiliano Caiazzo), factotum del boss locale don Gennaro (Lello Arena), e Peppino (Giuseppe Pirozzi), un ragazzo della sua stessa età che viene incaricato di occuparsi di un forestiero misterioso (Antonio De Matteo), giunto non si sa bene con quale scopo.
In questo momento così cruciale nella vita di Anna e dell'intera comunità, la ragazza sperimenta i primi turbamenti amorosi, fa i conti con il desiderio e gioca a fare l'adulta con l'ingenuità di una ragazzina.
Gli eventi prenderanno però una piega estremamente pericolosa, all'esito dei quali Anna avrà definitivamente abbandonato il mondo dell'infanzia per fare i conti con quello che l'aspetta.
L'esordio cinematografico di Nicola Prosatore (già noto per la serie su Wanna Marchi) è un classico romanzo di formazione, incastonato all'interno di un momento particolare della storia della città di Napoli e di una vicenda che non solo metaforicamente è destinata a spazzar via il mondo che Anna ha conosciuto fino a quel momento. Nella sequenza finale - con la sua carica liberatoria e catartica - anche la ragazza chiude un capitolo della sua vita e inizia a guardare avanti.
Il film di Prosatore - presente alla proiezione nell'ambito dello Sgarbatellum 2023, una rassegna curata da Alessandro Piva per l'arena Garbatella - ha il suo punto di forza in un cast di grande credibilità ed efficacia, a partire dai ragazzi fino ad arrivare agli adulti. Da un punto di vista narrativo è efficace, sebbene qua e là pecca di qualche semplificazione eccessiva, e anche il sostanziale lieto fine lascia un pochino perplessi. D'altra parte, sul piano della regia, della fotografia (molto bella!) e del montaggio è stato fatto un ottimo lavoro che non passa certamente inosservato.
Voto: 3/5
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