Con May December Todd Haynes torna a quella che secondo me è la sua vena più autentica o quanto meno quella che produce il suo cinema migliore, ossia si muove dalle parti di Lontano dal paradiso (con cui non a caso condivide la protagonista Julianne Moore) e anche di Carol.
Si tratta, in tutti e tre i casi, di storie che indagano lo scarto tra la morale borghese e i sentimenti individuali e che analizzano la risposta emotiva e psicologica dei singoli a situazioni che li espongono al giudizio sociale.
In May December (espressione che fa riferimento a una coppia nella quale c'è una grande differenza di età tra i due partner) Haynes - ispirandosi alla storia vera di Mary Kay Letourneau - ci fa entrare nella famiglia Atherton-Yoo, formata da Gracie (Julianne Moore) e Joe (Charles Melton) e i loro figli. Oltre vent'anni prima i due erano stati protagonisti di un grosso scandalo, dopo essere stati scoperti - lui ancora tredicenne, lei madre di famiglia - a fare sesso nel retro del magazzino del negozio dove Gracie lavorava. Dopo la prigione e il raggiungimento della maggiore età di Joe, i due si erano sposati e avevano legalizzato la loro unione, da cui nel frattempo erano nati tre figli, una ragazza e due gemelli. Nel presente raccontato dal film, quella di Gracie e Joe è una famiglia modello, ben inserita nella piccola comunità di Savannah dove vivono.
A smuovere la superficie di questa famiglia che sembra aver trovato un mirabile equilibrio nonostante la difficile partenza è l'arrivo di Elizabeth (Natalie Portman), un'attrice che interpreterà Gracie in un film di cui stanno per iniziare le riprese e che ha chiesto di poter conoscere Gracie e la sua famiglia per meglio indirizzare la sua interpretazione.
Ben presto la vita perfetta degli Atherton-Yoo, fatta di barbecue con gli amici, dolci sfornati da Gracie per i vicini, figli che stanno per diplomarsi con successo, manifestazioni di affetto in pubblico, comincia a mostrare il suo lato oscuro e nascosto, rispetto al quale la apparentemente gentile Elisabeth assume un atteggiamento via via più cinico e morboso, favorendo l'innescarsi di una serie di azioni a catena.
Todd Haynes costruisce questo dramma sociale e psicologico come fosse un vero e proprio thriller (basti ascoltare la musica già sui titoli di testa), disseminando qua e là indizi talvolta piuttosto espliciti, altre volte ambigui e passibili di interpretazioni differenti.
A poco a poco diventa evidente che la storia tra Gracie e Joe ha inevitabilmente generato storture e compressioni psicologiche, condannando molte persone all'infelicità, a partire dagli stessi protagonisti fino ad arrivare ai loro figli, e alle famiglie di provenienza. E in questo campo di battaglia Elizabeth si muove come una falena attirata dalla luce.
La bravura di Haynes sta nell'evitare di tracciare confini netti tra il bene e il male: non ci sono buoni e cattivi tagliati con l'accetta, non ci sono vittime e carnefici una volta per tutte. Ognuno dei protagonisti di questa storia risponde come meglio può a una vicenda decisamente abnorme, un flagello che ognuno a suo modo ha cercato di normalizzare raccontandosi la propria storia e spesso perdendo di vista la realtà. Il personaggio certamente più conturbante e complesso è quello di Gracie, donna fragile con l'ossessione del controllo, ma anche dotata di una straordinaria capacità di seduzione e manipolazione.
Dentro una confezione che appare fin troppo retrò per gli anni in cui la storia è ambientata (è il 2016 ma Haynes sceglie di raccontarcela con immagini molto "rumorose"), il regista propone un dilemma morale senza tempo che ci interroga ma non ci dà risposte nette né elementi informativi sufficienti. Ognuno è dunque chiamato a costruirsi il proprio punto di vista, ma sapendo di non avere certezze suffragate integralmente dai fatti.
Avrei forse evitato alcune scelte narrative che dal mio punto di vista sono metafore troppo smaccate e banali: ad esempio, Joe che alleva farfalle monarca e che - nel momento in cui acquista consapevolezza di una vita che non ha scelto - decide di far spiccare il volo ad una di esse appena uscita dalla crisalide mi è sembrata una scelta invero un po' stucchevole.
Per il resto ottimo film, attori perfetti e molto in bolla.
Voto: 3,5/5
Buon film, concordo con te. In perfetto stile Haynes (è un complimento). Certo che... quando si hanno a disposizione due attrici così brave (Portman strepitosa, come sempre) è tutto molto più facile...
RispondiEliminaEh sì, Portman e Moore grandiose...
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