Di questo film ho sentito parlare per la prima volta in un commento a questo blog che mi aveva incuriosito non poco. Così mi scriveva Lory: "Sono al Torino Film Festival e il film Falcon Lake tratto dal fumetto di Bastien Vivès in concorso, rischia persino di vincere. Bello, delicato e poetico per la regia di Charlotte Le Bon al suo esordio registico". Eravamo a dicembre 2022 e ora finalmente il film è in sala, certo in un periodo non particolarmente propizio della stagione cinematografica e tra l'altro distribuito in pochissime sale, però io non me lo lascio scappare.
Il film di Charlotte Le Bon (attrice nota, e qui per la prima volta alla regia) è piuttosto fedele al graphic novel di Bastien Vivès. Cambiano i nomi dei protagonisti e la location, ma nella sostanza la storia è la stessa. Bastien (lo straordinario Joseph Engel) ha 13 anni e insieme ai suoi genitori e al fratellino più piccolo sta andando in vacanza nella casa di campagna (invero in mezzo ai boschi, vicino a un lago) di un'amica di famiglia. Quest'ultima ha una figlia sedicenne, Chloé (una altrettanto brava Sara Montpetit), con la quale ben presto Bastien inizia una interlocuzione ambigua e stratificata: Bastien si affaccia all'adolescenza, ma ancora non è del tutto estraneo al mondo dell'infanzia, Chloé è nel pieno dell'adolescenza e si incammina a grandi passi verso l'età adulta, ma lo fa con le incertezze, le estremizzazioni, la confusione tipica di quella fase della vita. In particolare, Chloé sembra ossessionata dall'idea della morte, e a più riprese tira fuori la storia - non si sa se vera - di un ragazzo che è annegato nel lago e che ora lo infesta sotto forma di fantasma.
Nella reintepretazione della Le Bon, la storia dei due protagonisti e dell'incontro tra due età della vita entrambe proiettate in avanti e al contempo risucchiate all'indietro, nonché caratterizzate da paure profonde e dall'emergere potente del desiderio, viene riletta all'interno di una confezione dal chiaro sapore gotico, ai limiti dell'horror, in cui i fantasmi - veri o presunti - sono fortemente protagonisti e che un finale enigmatico e non esplicito contribuisce ad amplificare potentemente nello spettatore.
Si tratta dunque di un teen movie a tutti gli effetti: non a caso gli adulti sono in buona parte assenti e il loro chiacchiericcio è volutamente noioso e di sottofondo, rispetto alle vicende più o meno significative che vedono protagonisti Bastien e Chloé.
Alla fine, indipendentemente dall'interpretazione della narrazione che si vuole dare alla luce del finale, la cosa più originale del film consiste nel saper tradurre i fantasmi interiori di Bastien e Chloé - con cui tutti alla loro età devono fare in qualche modo i conti, affacciandosi alla complessità della vita e abbandonando un proprio sé molto più rassicurante - in un'atmosfera esteriore cupamente inquietante che permea i giorni di questa estate e che in qualche modo segnerà una svolta nella loro esistenza. La spensieratezza e la cupezza, il coraggio e la paura, la sfrontatezza e l'infinita timidezza si inseguono e flirtano costantemente, mescolandosi in una condizione esistenziale i cui contorni sono evanescenti come quelli del lago avvolto nella nebbia.
In definitiva, un'esperienza visiva e narrativa molto originale e interessante, all'interno della quale bisogna riconoscere alla regista la capacità di aggiungere densità a una storia già molto ben raccontata da Vivès, e ai due giovani protagonisti una credibilità straordinaria che, in un nanosecondo, ci catapulta indietro alla nostra pre-adolescenza e adolescenza ovvero ci porta davanti agli occhi tutti gli adolescenti e i pre-adolescenti che conosciamo e popolano le nostre vite.
Voto: 3,5/5
Ehi, ero sicura avrei trovato a breve la tua recensione....condivido, avrei voglia di rivederlo! A Torino lo davano tra i papabili vincitori, non si sentivano che pochi titoli tra quelli in concorso, ma stranamente questo non ha ricevuto neanche un premio ed è dispiaciuto a tanti. Sicuramente il film è basato su un periodo di cui è stato scritto tutto e tanto, ma certamente la penna di Bastien Vives e la regia della Le Bon è stato un connubio perfetto, che dire poi dei due protagonisti....sì hai detto già tutto tu...Era rimasto in molti il dubbio, quello che hai accennato, sul finale, credo lasciato lì un po' nascosto come tutta questa storia di cui ti sembra di leggere come aprendo un libro, oltre quel velo di nebbia, oltre quella porta dove la fantasia ti permette di volare. Alcune scene le ricordo ancora!
RispondiEliminaMi permetto di consigliarti anche 'Rodeo' fuori nelle sale adesso, se non ricordo male a Torino fu premiata lei, strepitosa protagonista, anche questo ha un finale da....discutere.
🫶
Capisco che il finale possa lasciare perplessi. Io pure non saprei bene come interpretarlo. Ma sinceramente penso non sia importante. è la confezione, l'idea, la regia, la recitazione che fanno il film. Grazie del suggerimento, ne terrò certamente conto! <3
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