Serge / Yasmina Reza; trad. di Daniela Salomoni. Milano: Adelphi, 2022.
Yasmina Reza ha una capacità davvero unica di decostruire e analizzare le relazioni umane e i modi di essere dei singoli, guardandoli da un punto di vista originale e così mettendone in evidenza i tratti che, pur essendo sotto i nostri occhi, spesso ci sfuggono, forse perché non vogliamo riconoscerli innanzitutto in noi stessi. Infatti, la caratteristica più significativa dei testi della Reza è proprio quella di farci guardare allo specchio nelle nostre meschinità e idiosincrasie.
In questo caso l'oggetto di analisi è la famiglia, anzi per l'esattezza una famiglia ebrea, i Popper, della quale seguiamo attraverso la voce di Jean, il figlio intermedio, le vicende di Serge, il fratello maggiore, e Nana, la sorella minore.
I tre si ritrovano, insieme a mariti/compagni e nipoti, per il funerale della madre Marta, sopravvissuta al marito Edgar, sionista convinto, mentre lei era totalmente impermeabile a qualunque dettato religioso e che proprio per questo era continuamente accusata dal marito di non aver ben educato i suoi figli.
Jean vive all'ombra del fratello Serge, che tende sempre a difendere e giustificare. La sua è una vita piuttosto solitaria, a parte i contatti con la sua ex e il figlio di lei, Luc.
Serge è snob e tracontante, divorziato e tendenzialmente fedifrago, testardo e capriccioso, nonché politicamente scorretto. All'estremo opposto si colloca Nana, sposata con un uomo di origine sudamericana di bassa estrazione e impegnato nel sociale, e ha due figli, uno dei quali ha velleità da grande chef.
È evidente che queste tre persone, pur fratelli, hanno un altissimo potenziale di conflittualità, che infatti viene immediatamente fuori in occasione del viaggio ad Auschwitz che i tre fanno insieme a Josephine, figlia di Serge, che ha espresso il desiderio di visitare i luoghi che sono stati così determinati nella storia dei propri antenati.
Proprio in un luogo che dovrebbe essere fatto apposta per coltivare il rispetto e la memoria si consuma il conflitto tra Serge e Nana, in cui Jean pur cercando di mantenersi equidistante tradisce la comunanza con il fratello del punto di vista sulla famiglia della sorella, in particolare su suo marito.
Come sempre nei suoi libri, la Reza con la sua prosa tagliente non si ferma davanti a nulla, facendoci ridere, sorridere e riflettere su qualunque cosa appartenga a quell'insieme complesso e contraddittorio che sono i sentimenti umani.
E in Serge la scrittrice francese appare particolarmente ispirata.
Voto: 3,5/5
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