Il grave party di Marco Paolini - come ci spiegherà lui stesso nel corso dello spettacolo - è un rave party i cui convenuti sono però i nostri antenati, quelli morti qualche decennio fa ma anche quelli morti millenni fa.
Antenati è dunque una piccola storia evoluzionistica dell'umanità risalendo alle origini del homo sapiens, ma anche ai rapporti con l'uomo di Neanderthal. Ovviamente, il tutto fatto alla maniera di Paolini, ossia per mezzo del suo teatro di parola fatto di tanti contenuti - anche molto documentati - ma anche di tanti collegamenti arditi e passaggi ironici e divertenti, che permettono al pubblico di mantenere sempre alta l'attenzione e di assorbire anche i contenuti "seri" in modo più partecipativo.
Lo spettacolo si inserisce all'interno del progetto La fabbrica del mondo, che Paolini ha portato in televisione nel 2022 e che è possibile recuperare su Rai Play.
In questo spettacolo Paolini riflette sulle origini della nostra specie, ma anche in generale sul nostro rapporto con chi è venuto prima di noi, e anche sulle dinamiche che caratterizzano il rapporto tra generazioni diverse. Ovviamente al suo interno fanno capolino, più o meno chiaramente, molti altri temi, che vanno dal cambiamento climatico alla presunta centralità dell'essere umano nell'ecosistema terrestre, al rapporto dell'uomo con l'arte e la tecnologia, e molto altro.
Ne viene fuori uno spettacolo in puro stile Paolini, che tiene desta l'attenzione dal primo all'ultimo minuto (nonostante sia uno spettacolo infrasettimanale delle ore 21, che ultimamente fisicamente reggo sempre meno). Certo, se devo confrontare questo spettacolo con ITIS Galileo che avevo visto nel 2011 ci riconosco il tempo che è passato: è un Paolini più vecchio e appesantito dalla vita, e che proprio per questo riflette sul tempo che passa e che ci cancella. Eppure – e questa è la cosa bella – in questo spettacolo c’è ancora tanta speranza di futuro e nella capacità del genere umano di reinventare sé stesso e affrontare le sfide che si presenteranno nel tempo.
Il lungo applauso del pubblico è dunque un doveroso riconoscimento a un autore che tiene ancora in vita straordinariamente bene il teatro di parola, sperando che altri (penso a Mercadini, ma forse ci sono anche figure ancora più giovani) possano raccogliere il testimone.
Voto: 3,5/5
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