Siamo in uno studio radiofonico, mentre è in corso un programma che si propone di raccontare storie di persone. Protagonista è Sergej Dovlatov (autore de La valigia, il testo da cui adattamento nasce questo spettacolo), un russo di Leningrado emigrato da tanti anni in America, che rievoca persone e situazioni del suo passato nella terra di origine.
Ne viene fuori una narrazione agrodolce, in cui c'è da un lato la nostalgia di quello che si è perso, dall'altro la spensieratezza un po' sopra le righe dei tempi andati, il tutto filtrato attraverso la lente della memoria che in parte rende i ricordi più vividi, in parte li offusca.
Giuseppe Battiston si cimenta in questo testo certo non facile, interpretando tutti i personaggi, attraverso cambi di posture, di voce e di atteggiamento.
Il risultato è interessante, ma devo dire che - pur apprezzando la recitazione di Battiston, sempre molto molto bravo - non sono riuscita a entrare in sintonia con il testo, che alla fine mi ha fatto più l'effetto di un puzzle di episodi e aneddoti che quello di una vera storia. Forse anche per questo ho fatto fatica a seguire lo spettacolo e mi sono persa per strada a più riprese.
Insomma, ancora una volta esco dal teatro in parte insoddisfatta e con la sensazione che trovare uno spettacolo che ci conquisti davvero non è per niente facile, anche al di là e nonostante la bravura degli attori.
Voto: 3/5
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