Quaderni ucraini. Le radici del conflitto. Un reportage disegnato / Igort. Nuova edizione. Bologna: Oblomov, 2022.
Quaderni russi. Sulle tracce di Anna Politkovskaja. Un reportage disegnato / Igort. Quartu Sant'Elena: Oblomov, 2021.
Gli eventi contemporanei mi hanno spinto ad accelerare l’acquisto e la lettura di due albi di Igort che erano nel mio carrello già da parecchio tempo, ossia i Quaderni ucraini e i Quaderni russi. Si tratta dei due reportage disegnati che Igort ha realizzato durante e dopo i quasi due anni da lui trascorsi tra Ucraina, Russia e Siberia nei primi anni Duemila.
Lo stile di racconto di Igort lo avevo conosciuto attraverso i reportage disegnati dedicati al Giappone, terra d’elezione del fumettista, che erano usciti nelle tre successive puntate dei Quaderni giapponesi. Igort ama molto procedere in maniera non lineare, inseguendo ispirazioni varie, spostandosi avanti e indietro nel tempo, aprendo di tanto in tanto digressioni di vario genere per affrontare temi collaterali o soddisfare curiosità.
Ebbene, nel caso dei Quaderni ucraini e russi mi pare che l’autore scelga una narrazione molto più asciutta e lineare, intervenendo poco in prima persona e lasciando invece molto spazio alle testimonianze individuali delle persone da lui direttamente incontrate e intervistate e ai documenti ufficiali, questo probabilmente per limitare l’interferenza del suo punto di vista personale rispetto alla complessa storia di questi paesi. Ne viene fuori un lavoro che è difficile confinare in un genere, e d’altra parte è lo stesso Igort a rifuggire qualunque tipo di classificazione.
Nel primo dei due albi, Quaderni ucraini, Igort ci aiuta, attraverso i resoconti dei testimoni e le memorie dei singoli, a ricostruire la difficile storia ucraina, senza pretendere di raccontare delle verità assolute, bensì soffermandosi sulle storie individuali e sulle prospettive che ne emergono.
In particolare da queste testimonianze è chiara la centralità di alcuni eventi che hanno segnato questo paese e il suo popolo: la terribile carestia degli anni Venti-Trenta e il genocidio dei kulaki, i piccoli e piccolissimi proprietari ucraini, in funzione della realizzazione dei kolchoz e dei piani quinquennali voluti dal regime sovietico. Se è vero che il socialismo reale in qualche modo avrebbe garantito alle persone di che mangiare e vivere, l’intervento sovietico ebbe un impatto pesantissimo sugli equilibri economici e sociali di un paese che in precedenza aveva potuto godere di un relativo benessere e di un contesto sociale piuttosto articolato e tutto sommato equilibrato. Il lungo periodo di supremazia sovietica, le ben note vicende di Chernobyl e le conseguenze del crollo dell’impero sovietico sono tutte situazioni con cui l’Ucraina ancora oggi fa i conti e che sono alla base di molte delle situazioni a cui oggi assistiamo.
L’indagine condotta da Igort sull’Ucraina prosegue nei Quaderni russi, seguendo le tracce di Anna Politkovskaja e le testimonianze sull’orribile guerra cecena, di cui la giornalista russa si era occupata da vicino.
Ne viene fuori da un lato il ritratto di una donna dal grandissimo senso etico del proprio lavoro di giornalista, ma forse più in generale dal grande senso di responsabilità individuale anche a costo del rischio e del sacrificio personale, dall’altro l’orrore del conflitto in Cecenia, in particolare i crimini e le atrocità, del tutto ingiustificabili, dei soldati russi.
Non si esce indenni dalla lettura dei Quaderni ucraini e dei Quaderni russi di Igort: se ne esce turbati, certamente con qualche piccolo elemento conoscitivo in più che sicuramente apre a dei necessari percorsi di approfondimento e comprensione, ma anche con la consapevolezza della propria fatale ignoranza di fronte alle storie di popoli che pure ci sono geograficamente piuttosto vicini.
Voto: 4/5
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