In compagnia di nipote e amiche dedichiamo un sabato tardo pomeriggio a vedere la mostra Crazy. La follia nell'arte contemporanea, a cura di Danilo Eccher, in programmazione al Chiostro del Bramante.
Negli ultimi anni il Chiostro del Bramante si sta progressivamente spostando verso mostre poco tradizionali e più contemporanee, e ospita spesso installazioni anche del tipo site-specific (come sono diverse di quelle che compongono Crazy). A suo tempo avevo perso Dream (che mi dicono essere stata molto bella), e quindi accolgo di buon grado l'invito a vedere Crazy.
La mostra inizia ancora prima di entrare, con il cortile del chiostro ricoperto di specchi rotti che riflettono in modi inattesi le colonne e le sculture circostanti, e la prima delle diverse scritte al neon che accompagnano la mostra per tutto il tragitto: "E uscimmo a riveder le stelle". Sempre nel cortile le prime figure in vetroresina con un grande masso al posto della testa che ritroveremo anche all'interno delle sale.
Nel percorso espositivo, che seguiamo con l'audioguida scaricata online, ogni sala e ogni corridoio è una scoperta e presenta una o più installazioni: la stanza con le luminarie accatastate, quella col soffitto sfondato, quella con i mazzi di fiori di cera capovolti, e poi ancora la stanza con le scatolette di sardine e altre conserve di pesca tra le onde, le scale invase dalle farfalle, il corridoio con le pareti ricoperte di criniere di unicorni rainbow, il labirinto ecc. E poi le scritte al neon: dalla classica "M'illumino d'immenso" alle più contemporanee "I can't go on I'll go on", "Be afraid of the enormity of the possible", al "Vogliamo tutto" presente nel bookstore.
Sì, perché la mostra continua anche quando sembra finita, tanto che all'ultima sala non ci capacitiamo del perché ci sono ancora due tracce dell'audioguida, fino a quando un'addetta ci dice che altre installazioni sono dopo il bookshop: una è la sala del bar ricoperta di 'grottesche' colorate e reinterpretate, l'altra è la scala per scendere al piano terra, dove i gradini sono dipinti a strisce colorate salvo che alla fine della rampa sembra che i barattoli si siano rovesciati e i colori mescolati.
I commenti dell'audioguida sono un po' enfatici e a volte mi sembra che non si sottraggano a qualche volo pindarico (che in una mostra che si intitola Crazy ci sta pure). Diciamo che alla fine la mostra è fondamentalmente un grande giocattolone, piuttosto divertente, che si visita gradevolmente e che certamente contribuisce ad apportare elementi conoscitivi sul mondo dell'arte contemporanea e non solo. Una mostra molto pensata in funzione dei social e del merchandising, come probabilmente le mostre saranno sempre di più nel futuro. Speriamo non a detrimento dei contenuti.
Voto: 3,5/5
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia qui un tuo commento... Se non hai un account Google o non sei iscritto al blog, lascialo come Anonimo (e se vuoi metti il tuo nome)!