L’Arminuta / Donatella Di Pietrantonio. Torino: Einaudi, 2019.
La protagonista del romanzo di Donatella Di Pietrantonio è una ragazzina di 13 anni che un giorno viene accompagnata dal padre a casa di quella che le viene presentata come la sua vera famiglia. Da un giorno all’altro, la ragazzina si trova catapultata da una vita di sostanziale agio e buona educazione in una in cui il padre prova a sbarcare il lunario come può senza riuscirci veramente, la madre burbera si occupa della casa e dei figli, e questi ultimi, quattro maschi e una femmina, sopravvivono come possono.
Per l’arminuta (la ritornata in dialetto) sarà un capovolgimento non facile da accettare: innanzitutto perché è stata tenuta per 13 anni all’oscuro di tutto e ora vuole capire la sua storia e perché quelli che ha creduto essere i suoi genitori l’hanno cresciuta per tanti anni e poi rispedita al mittente; in secondo luogo perché la nuova vita la mette di fronte a una condizione e a persone rispetto alle quali si sente completamente estranea e che inizialmente rifiuta con tutta sé stessa.
Pagina dopo pagina vediamo però la ragazzina trovare non solo la forza di adattarsi alla nuova realtà, ma anche affezionarsi ad alcuni membri della sua famiglia, in particolare ad Adriana, la sorella più piccola che riconosce così vitale e fragile al contempo, e che si porrà l’obiettivo di salvare tirandola fuori dai bassifondi nei quali vive.
In questa adolescenza dai contorni inaspettati che si trova a vivere, l’arminuta conoscerà il dolore, la morte, il conflitto, i primi turbamenti, l’amore nelle sue tante sfaccettature, cosicché quando dovrà affrontare la verità non sarà più la bambina di città che è stata abbandonata ma una ragazza che si incammina molto più consapevole verso la vita adulta, avendo compreso che la realtà è più complessa di come la immaginiamo e che niente va giudicato esclusivamente dall’apparenza.
Il romanzo è narrato in prima persona dalla protagonista e la Di Pietrantonio mette una particolare cura nella scrittura e nel linguaggio utilizzato, che sono sicuramente uno dei punti di forza del libro, il fattore principale che tiene il lettore avvinto alle pagine.
Non posso dire che la storia mi sia risultata particolarmente originale e alcuni elementi del rapporto tra l’arminuta e la sorella “povera” mi hanno ricordato un po' troppo quello tra Lila e Lena dell’Amica geniale.
La lettura nel complesso risulta gradevole e la storia avvincente quel tanto che basta per divorare il romanzo in una intensa sessione di lettura.
Voto: 3/5
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