Quando il rosso è nero / Qiu Xiaolong; trad. di Fabio Zucchella. Venezia: Marsilio, 2017.
Ed eccomi al classico appuntamento con i gialli/polizieschi di ambientazione cinese (precisamente Shanghai) di Qiu Xiaolong.
Quando il rosso è nero è il terzo caso per l'ispettore Chen Cao. In realtà qui il responsabile dell'indagine è il suo secondo Yu, in quanto Chen è in ferie, impegnato nella traduzione dall'inglese di un progetto di costruzione di un nuovo complesso edilizio, frutto del fenomeno di occidentalizzazione della città talvolta travestito da operazioni di recupero culturale.
Oggetto dell'indagine è l'omicidio di una ex Guardia Rossa nel suo monolocale di una shikumen, le tipiche case cinesi costruite nelle antiche concessioni.
Il caso, in quanto considerato di rilevanza politica, viene affidato all'ispettore Chen e a Yu affinché si escluda qualunque coinvolgimento politico in tempi rapidi.
Come sempre, la vicenda narrativa diventa per Qiu Xiaolong l'occasione di raccontare le complessità e le contraddizioni della Cina contemporanea, totalmente proiettata verso forme di economia capitalistica sempre più spinte e al contempo impegnata a ricucire i profondi strappi politici e sociali determinati dalla Rivoluzione culturale e da tutto quello che ne è seguito.
Non mancano le incursioni narrative nella poesia e nella cucina tradizionale cinese, due cose delle quali l'ispettore Chen è particolarmente appassionato.
Per chi già conosce la Shanghai di Chen Cao e i personaggi che la popolano (Peiqin e Qinqin, moglie e figlio di Yu, Nuvola Bianca, la giovane studentessa che fa da segretaria a Chen, il segretario di partito Li) sarà come ritrovare un mondo familiare, pur nelle sue assurdità che per noi sono a tratti quasi incomprensibili. Per tutti gli altri sarà l'occasione di capire un po' meglio un paese che fa di tutto per occultare il suo passato e alcune sue caratteristiche al mondo intero, e anche di apprezzarlo nella sua ricchezza e varietà.
Una lettura che vale sempre la pena.
Voto: 3,5/5
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