Il weekend / Charlotte Wood; trad. di Chiara Baffa. Milano: Enne Enne Editore, 2020.
Libro dopo libro Enne Enne Editore (NNEditore) sta diventando uno dei miei editori preferiti, e non solo perché ha permesso di scoprire a me (e ad altri milioni di altri lettori) Kent Haruf ma anche perché continua a scovare nella letteratura internazionale piccole gemme, passate e contemporanee, da proporre al pubblico italiano.
In questo caso, parliamo del libro di una scrittrice australiana, Charlotte Wood, pubblicato nella sua versione originale nel 2019. Ne Il weekend si raccontano 48 ore della vita di tre amiche ormai settantenni, Jude, Wendy e Adele, che si ritrovano nella casa di Sylvie a Bittoes per svuotarla dopo la sua morte.
Jude è una donna inflessibile e austera, ha sempre qualcosa da ridire nei confronti delle sue amiche; da molti anni ha una relazione con un uomo sposato della cui famiglia ha accettato l'esistenza.
Wendy è vedova e ha un rapporto parecchio tormentato con i suoi figli; è stata una grande studiosa e ora vive nel ricordo del suo amore per Lance e dedica tutte le sue cure al povero cane Finn, ormai decrepito, ma che non vuole far abbattere.
Adele è un'attrice che ha avuto un momento di grande successo a teatro, ma è ormai in declino; è senza un soldo perché la sua compagna Liz l'ha lasciata e nonostante tutto ha una vitalità incredibile sebbene talvolta scomposta.
Sylvie ci viene presentata come il perno intorno al quale ruotava l'amicizia tra queste quattro donne, quella che teneva in equilibrio le personalità disallineate delle altre tre. Non a caso, quando le tre donne si ritrovano insieme nella casa di Sylvie le tensioni e i rancori non mancano, ognuna si sente vittima dei giudizi delle altre, così come ognuna è pronta ad allearsi con una delle altre due per fare fronte comune contro la terza se necessario.
Il punto di vista si sposta continuamente da una donna all'altra, e a poco a poco entriamo nelle vite e nei pensieri più intimi di Jude, Wendy e Adele, scoprendo cosa si agita nei loro cuori e quali sono i fantasmi del passato che si portano dietro. Ciò che accomuna tutte è la necessità di fare i conti con il passare del tempo e con la prospettiva della morte, che il povero cane Finn materializza costantemente davanti ai loro occhi. Tre donne abituate a essere indipendenti e vitali, con storie personali importanti e vite piene, si ritrovano a confrontarsi con le defaillances dei loro fisici e con prospettive di futuro non certo radiose ed entusiasmanti.
Il tono del libro non è però lamentevole o deprimente, bensì venato costantemente dell'umorismo e della vitalità che sono le caratteristiche che accomunano le tre donne pur nella loro diversità. In un crescendo di tensione elettrica che culminerà in un forte temporale estivo, le tre amiche saranno messe di fronte a verità scomode ed eventi inattesi che, lungi dal rompere il loro legame, le uniranno ancora di più e le aiuteranno a capire che la vita non finisce mai di stupirci con le sue sorprese, che la nostra conoscenza di noi stessi continua per tutta la durata della nostra esistenza e che l'amicizia e il suo miracolo sono un bene prezioso e imprescindibile.
Bella anche la nota della traduttrice, Chiara Baffa, che in fondo al volume ci racconta come si sia dedicata a questa traduzione durante il periodo del lockdown e come questa condizione abbia colorato la narrazione della Wood di significati ancora più speciali di quelli che avrebbe già avuto in un periodo di vita normale.
Un libro da leggere per guardare alla vecchiaia con occhi diversi.
Voto: 4/5
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