Qualche tempo fa, dopo essere rimasta abbacinata da Riparare i viventi, avevo deciso di leggere quest’altro romanzo di Maylis de Kerangal, e pur non trovandolo all’altezza dell’altro avevo avuto conferma delle qualità della sua scrittura.
Ora, grazie alla #solidarietàdigitale di Kitchen Film durante l’emergenza COVID-19, riesco a vedere in streaming gratuito il film che Dominique Cabrera ha tratto dal romanzo e la cui sceneggiatura è stata scritta con la stessa de Kerangal.
La storia è molto fedele a quella del romanzo: il gruppo di adolescenti che si incontra tutti i giorni lungo la Corniche Kennedy per sfidarsi in gare di tuffi sempre più spericolati, la ragazza di buona famiglia, Suzanne (Lola Créton), che è attirata da questi ragazzi e ben presto si unisce a loro per assaporare il gusto della trasgressione e della libertà, i due commissari di polizia che stanno seguendo il caso di un trafficante di droga, a cui uno dei ragazzi, Marco (Kamel Kadri), fa da autista e portaborse.
In questa fedeltà al romanzo, il film soffre alla fine degli stessi limiti, che anzi tendono a risultare particolarmente accentuati sullo schermo: in particolare la debolezza della trama parallela dell’indagine di polizia e in generale una non sufficiente attenzione all’approfondimento psicologico dei singoli personaggi, di cui a volte intuiamo le motivazioni profonde, ma che più spesso tendono a scivolare verso il cliché o lo stereotipo.
Sicuramente nel film, come nel libro, si respira quella sensazione inebriante che attraversa un’età della vita in cui tutto è possibile e si sfida il mondo intero per mordere la vita, quell’età in cui si è capaci di grandi slanci e grandi sentimenti, ma anche di altrettanto grandi egoismi e di sensazioni talmente confuse da ferire facilmente anche le persone a cui vogliamo bene.
Sul piano narrativo e cinematografico è dunque un film nella media, ma per me che prima di questa lunga quarantena ho potuto fare un bellissimo viaggio a Marsiglia (a Capodanno) il film è stato l’occasione per rivivere i luoghi e attraversarli virtualmente, riconoscendo posti e strade e angoli della città: il quartiere residenziale di Roucas Blanc, la Corniche Kennedy appunto, la Plage du Prophète, l'Anse de l'Oriol, l'Anse de la Fausse Monnaie, il Vallon des Auffes (con la Porte de l'Orient). E poi all’orizzonte le isole del Frioul, e nell’ultima parte del film Les Goudes e il parco nazionale dei calanchi, in particolare il promontorio aggettante sul mare dove si trova un vecchio rifugio di guerra e da dove si osserva il profilo dell'Ile Maïre. E tutto questo è stato molto emozionante al di là del film e del libro. E soprattutto mi ha fatto rivivere quella luce splendente e accecante che bacia la città di Marsiglia e che la rende una città a suo modo speciale.
Voto: 3/5
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