La scuola di pizze in faccia del professor Calcare / Zerocalcare. Milano: Bao Publishing, 2019.
Da quando, con la lettura di Un polpo alla gola, ho cambiato idea in positivo su Zerocalcare e poi ne sono stata definitivamente conquistata con Kobane calling, compro praticamente tutti i suoi libri, anche quelli che raccolgono le sue strisce e le storie brevi.
A questa categoria appartiene l’ultimo albo, La scuola di pizze in faccia del professor Calcare, che contiene una selezione dei fumetti pubblicati sul suo blog, su Wired, su Bestmovie e su altre riviste cartacee o online negli ultimi anni, e si configura quindi come una specie di antologia o di best of.
Non a caso nel volume trovo qualcuna delle storie recenti che ho amato di più, da Quelli che si lasciano e si rimettono insieme (stupendo!) a Il bracciolo poggiagomito (con la mitica suora pescegatto), da Telavevodetto a Quando di notte c’hai freddo ma non vuoi alzarti a prendere la coperta, da Quando i vecchi salgono nella tua macchina a La città del decoro.
Scopro però nel libro strisce che non avevo letto e che ho modo di apprezzare come Lo spostamento dal divano al letto o i 7 contributi fondamentali dei Cavalieri dello Zodiaco.
Il volume si articola in tre parti: la prima è quella che raccoglie le storie divertenti, la seconda è quella che potremmo definire più impegnata, la terza è dedicata alle passioni di Zerocalcare, da Star Wars a Game of Thrones per arrivare appunto alle recensioni dei film di Venezia.
Pur continuando a preferire lo Zerocalcare delle storie lunghe - l’ultima molto bella articolata in due parti, Macerie prime e Macerie prime: Sei mesi dopo - devo dire che leggere i suoi fumetti è sempre un piacere, un divertimento e un’occasione di riflessione, anche quando Zero parla di argomenti di cui a me non interessa assolutamente nulla, come ad esempio Game of Thrones o altre serie tv, ovvero quando fa riferimento a un immaginario che non mi appartiene, ad esempio nel caso dei Cavalieri dello Zodiaco.
Il modo in cui Zero è in grado di mettere a fuoco e tradurre in immagini e pensieri alcune situazioni o atteggiamenti che possono riguardare chiunque e in cui tutti si possono identificare continua a stupirmi e a impressionarmi favorevolmente a distanza di anni, e spero che nonostante tutte le pressioni e le fatiche Zero mantenga viva la sua divertente e brillante creatività ancora a lungo (e non si faccia conquistare dal cinismo diffuso).
Tra l’altro è una delle poche letture che riesco veramente a condividere con i miei nipoti e che, nonostante gli anni, anzi i decenni, che ci separano, entrambi troviamo non solo divertente, ma capace di parlare alle nostre differenti sensibilità ed esperienze di vita.
Dunque, lunga vita a Zerocalcare.
Voto: 3,5/5
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