Il posto di ognuno. L’estate del commissario Ricciardi / Maurizio De Giovanni. Torino: Einaudi, 2012.
Escono in una nuova edizione le cosiddette “stagioni” del commissario Ricciardi e io, allora in partenza per il mio viaggio estivo, decido di comprare quella dedicata all’estate.
Conosco già il commissario Ricciardi perché avevo letto a suo tempo un altro romanzo di Maurizio De Giovanni con lui come protagonista, In fondo al tuo cuore.
Il Ricciardi è un personaggio interessante: ombroso, tormentato, ricco ma che ha deciso di dedicarsi a trovare i colpevoli come fosse la sua missione di vita; orfano di entrambi i genitori, vive con la tata Rosa che si comporta con lui come una vera mamma.
Ricciardi ha un demone interiore che non rivela a nessuno, una specie di maledizione, ossia quella di vedere i fantasmi dei morti e di sentirne ripetere all’infinito le ultime parole. Per questo il commissario ha scelto una vita di solitudine sentimentale.
In questo romanzo, forse il primo della serie, si racconta la storia di Ricciardi e di come tutto è cominciato, risalendo alla morte dei genitori. Si capisce dunque perché Ricciardi, a parte la collaborazione e l’amicizia del brigadiere Maione, ha scelto di non stringere rapporti di amicizia o di amore, anche se in questo romanzo si affacciano al suo cuore sentimenti nuovi, quello per Enrica, che assomiglia molto all’amore, e quello per Livia, che assomiglia invece di più all’attrazione fisica e alla passione.
In realtà, l’intero romanzo, ambientato in una torrida estate napoletana negli anni Trenta, utilizza la metafora del caldo estivo per parlare di tutti quei sentimenti forti che ruotano intorno all’amore, come ad esempio la passione e la gelosia.
Tutti i personaggi del romanzo, sia quelli consolidati, sia quelli protagonisti della storia qui raccontata, sono in qualche modo vittime di tali sentimenti e devono farci i conti ognuno a suo modo.
Il delitto che è al centro del romanzo, quello della duchessa Chiamparino, appare anch’esso un delitto passione, dal momento che la donna assassinata, diventata duchessa dopo aver sedotto il duca rimasto vedovo, è una donna che in vita ha fatto innamorare di sé molti uomini, in particolare Mario Capece, un giornalista che per amore di lei ha abbandonato moglie e figli. Ma i protagonisti di questa vicenda – come spesso accade nei casi di Ricciardi – sono numerosi e tutti con storie personali ricche e articolate.
Pur avendo qualche sensazione di già letto e riconoscendo che le storie di Ricciardi presentano alcuni elementi un po’ ripetitivi (ed è significativo che lo dica io dopo aver letto solo due romanzi), si tratta di romanzi gradevoli e ben scritti, piuttosto avvincenti dal punto di vista della costruzione del giallo e con personaggi interessanti.
Una lettura dunque da consigliare sempre.
Voto: 3/5
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