Terapia di coppia per amanti / Diego De Silva. Torino: Einaudi, 2015.
Una segnalazione su Facebook mi suscita la curiosità di leggere questo libro con un titolo così strano e di un autore di cui non ho mai letto niente.
Terapia di coppia per amanti parla di Modesto e Viviana, entrambi sposati, lui musicista di blues, un po' naif, con la battuta pronta, ma non sempre opportuna, "uno stronzo con un cuore grande" come lo definirà l'analista, lei inquieta, con una situazione familiare un po' delicata, innamorata ma insicura.
I due hanno una relazione clandestina da tre anni, fatta di appuntamenti alle rotonde, sesso in bed & breakfast, grande amore e grandi litigate. Ora dopo tre anni Viviana vorrebbe di più, Modesto non sa nemmeno lui cosa vuole, così viene trascinato da lei in terapia di coppia dal dottor Malavolta, uno psicologo che va in televisione e dispensa buoni consigli, ma è ancora più incasinato sul piano sentimentale.
Le prime pagine sono molto promettenti e dunque vado avanti con entusiasmo. Lo stile è brillante e l'alternanza dei punti di vista nei capitoli (quello di lui, Modesto, e quello di lei, Viviana) rende la lettura sicuramente divertente.
Alcuni personaggi - comprimari - sono quasi migliori dei protagonisti: i cameo del padre di Modesto, un gran viveur e sciupafemmine, e del figlio Eric, che ha capito del padre e della vita più di quanto lo stesso Modesto abbia capito, sono dei piccoli gioiellini.
Man mano però che la storia va avanti l'impianto si fa un po' scontato e niente di veramente sorprendente emerge rispetto a quanto dichiarato nelle prime pagine. In generale, poi, le figure maschili - come del resto è facile capire da quanto detto sopra - sono tutte piuttosto interessanti e, dal punto di vista femminile, direi che il libro è una straordinaria occasione per capire alcuni aspetti della psicologia maschile soprattutto in riferimento all'amore e alla coppia; al contrario, invece, le donne tendono ad essere sbiadite o isteriche, oggetto di una banalizzazione psicologica che sinceramente mi ha un po' sorpreso. Forse questo è in parte il modo in cui gli uomini le vedono e ne interpretano le complessità soprattutto rispetto ai sentimenti, ma mi auguro che da qualche parte il genere maschile si sollevi di fronte al messaggio che l'autore in qualche modo - e forse anche involontariamente - finisce per veicolare.
Per di più l'anticonvenzionalità promessa dal titolo e dalle prime pagine del libro - parlare di una storia d'amore clandestina non per la sua immoralità ma per la sua bellezza e in qualche modo originalità - finisce su binari più che convenzionali nell'ultima parte del romanzo. E per fortuna ci viene risparmiato un happy ending completo che sarebbe coinciso con quello che tutta la società moralista si aspetterebbe da Modesto e Viviana: lasciare i loro partner per iniziare una vera storia alla luce del sole oppure chiudere questa per tornare al loro nido familiare. E la sfumatura del finale salva in parte il possibile scivolamento conformista.
Voto: 2,5/5
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