Mastrantonio / Gioia Gentile. Roma: Agapantos, 2014.
Questa volta parlo del primo (e spero non ultimo!) romanzo della mia amica Gioia Gentile e consentirete che per una volta io non metta voti, perché non sarebbe in ogni caso elegante.
Però è un piacere dedicare al volume una recensione nel mio blog.
Ho seguito la gestazione del romanzo nei racconti di Gioia, ma - pur sapendo che esso si ispira a storie familiari - non potevo davvero immaginare che forma avrebbe preso la narrazione. E così, dopo il gentile omaggio di una copia del volume, l'ho letto quasi tutto d'un fiato.
Devo dire che sono rimasta colpita - ma non meravigliata! - della qualità linguistica del romanzo, che è scritto non solo in maniera ineccepibile, ma anche gradevole e coinvolgente per il lettore.
Ho inoltre ammirato il coraggio dell'autrice - alla sua prima prova letteraria lunga - nel costruire non solo una trama articolata, con numerosi personaggi, ma anche una costruzione narrativa complessa, che conduce il lettore avanti e indietro nel tempo (all'interno di una struttura sostanzialmente circolare) e in luoghi diversi dell'Italia al seguito dei suoi personaggi.
La storia ruota intorno al personaggio di Mastrantonio, un uomo vissuto a cavallo tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento, che dopo aver avuto un figlio, Manfredo, dalla prima moglie, si sposa con Ernesta, dalla quale ha numerosi figli. Mastrantonio, che si occupa di restauri e costruzioni, insegue principalmente i soldi e la bella vita e in nome di questi è disposto alle peggiori nefandezze anche nei confronti della sua famiglia.
Alla fine il romanzo si trasforma quasi in un giallo, che si svelerà soltanto al momento in cui tutti i figli di Ernesta e Mastrantonio saranno stati convocati al capezzale di Manfredo.
Bello il modo in cui la piccola storia di questa famiglia semplice che viene dalla provincia abruzzese si innesta e si incrocia con la grande storia degli avvenimenti che attraversano l'Italia, innanzitutto la Grande Guerra, ma anche i terremoti di Avezzano e poi quello delle Marche, l'emergere della figura di Padre Pio da Pietrelcina.
Certo in qualche passaggio si avverte di trovarsi di fronte a una scrittrice che - pur possedendo molti strumenti - non ha ancora una totale padronanza dei trucchi del mestiere, in particolare dal punto di vista degli equilibri narrativi. Talvolta il racconto crea aspettative su alcuni eventi e alcune situazioni o personaggi che poi non sono del tutto soddisfatte nel prosieguo della lettura, così come accade che alcune parentesi in alcuni casi durino troppo a lungo, in altri si aprano e si chiudano troppo velocemente lasciando un po' spiazzati.
Complessivamente, una lettura interessante e una prova di scrittura già parecchio matura, per la quale non posso che complimentarmi con Gioia!
Beautiful news. Since I lost all my contacts I was trying to find my cousins in Italy and I found my awesome cousin Gioia Gentile wrote a book about my Grandfather and my family.... I'm so proud of Giooa and very grateful for this invaluable gift.....Cara Gioia mile grazie....!!!
RispondiEliminaHola Franquino, que tal?
EliminaComo encontraste este blog? Espero que estes bien, tù y tu familia hermosa. Escribir la historia - no verdadera, claro, porque la historia verdadera nadie la conoce, no? - de Mastrantonio fue una gran aventura: tenìa la necesidad de poner la palabra "fin" a una historia tan misteriosa, por un personaje tan misterioso!
Te envio un beso grande, con mucho carino, primo!