Il male non dimentica / Roberto Costantini. Venezia: Marsilio, 2014.
Ed eccoci anche all'ultimo capitolo della cosiddetta Trilogia del male, quella scritta da Roberto Costantini e con protagonista il commissario Michele Balistreri.
Come in tutte le trilogie che si rispettino l'ultimo capitolo è quello in cui i fili si riannodano e tutte le domande aperte nel corso del tempo trovano risposta. Che è poi il motivo per cui di solito le ultime puntate, pur soddisfacendo la mia curiosità e in qualche modo dando un senso alle letture precedenti, non sono mai le mie preferite, in quanto si caratterizzano per una maggiore frammentarietà da un punto di vista narrativo.
In particolare nel caso della trilogia di Costantini, in virtù di una struttura narrativa tutta giocata sul rapporto tra presente e passato, anzi tra presente e diversi momenti del passato, lo scrittore quasi ci costringe a prendere in mano i due volumi precedenti per ricordare alcuni passaggi che qui trovano il loro definitivo scioglimento.
In pratica, Costantini ci mette nella stessa condizione di Mike Balistreri, quella di ricordare e di fare i conti con un passato che evidentemente era rimasto aperto e dunque sospeso.
In questo terzo capitolo ritroviamo il gioco di rimandi tra Roma e la Libia, quest'ultima colta nel momento della guerra della NATO contro Gheddafi finalizzata al rovesciamento del regime, che fa da pendant agli eventi di quel 1969 in cui il colpo di stato portò al potere il generale.
Mike Balistreri è ormai privo di qualunque motivazione a mettersi in gioco, ma l'intraprendenza di Linda Nardi finirà per riaprire le ferite aperte e lo costringerà a confrontarsi con il suo passato, in particolare con la morte della madre Italia, e di conseguenza anche con il suo futuro.
Tutti i personaggi che abbiamo conosciuto nei due volumi precedenti tornano in questo terzo con ruoli più o meno significativi e ad alcuni di essi viene addirittura data la parola per raccontare il proprio punto di vista soggettivo sugli eventi dell'agosto 1969, in particolare su quel giorno alla Moneta in cui perse la vita Italia.
In definitiva la lettura è gradevole e - come già nei romanzi precedenti - avvince fino all'ultima pagina. Ne Il male non dimentica risulta però più attenuato quell'intreccio tra vicenda personale e vicenda politica e sociale dell'Italia (a sua volta intrecciata con la storia degli italiani in Libia e della Libia stessa) che dal mio punto di vista era il punto di forza degli altri e l'aspetto in qualche modo più interessante della lettura.
Dunque, come già accennato in apertura, forse è proprio questo il volume che mi è piaciuto di meno, per quanto del tutto necessario all'economia narrativa dell'insieme.
Se posso darvi un consiglio, qualora non abbiate già letto i precedenti, leggeteli tutti e tre senza far passare troppo tempo tra l'uno e l'altro. Questo vi permetterà di seguire il filo dell'intreccio più agevolmente e di apprezzarne alcuni passaggi. Soprattutto vi permetterà di cogliere la distanza tra il primo e il secondo e in qualche modo la sintesi attuata nel terzo.
Cosa ci riserverà per il futuro il bravo Costantini? Intanto si parla di un film. Staremo a vedere.
Voto: 3,5/5
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