Anya e il suo fantasma / Vera Brosgol; trad. di Caterina Marietti. Milano: Bao Publishing, 2012.
Quello di Vera Brosgol è di fatto un classico romanzo di formazione.
La protagonista, Anya, è un'adolescente un po' in carne, di origine russa, che vive con fatica - come tutti gli adolescenti - il suo rapporto con il mondo esterno e quel delicato passaggio in cui si ha bisogno di essere accettati dagli altri per arrivare ad accettare pienamente se stessi.
Un giorno Anya cade in una buca nel bosco e lì incontra Emily, il fantasma di una ragazza morta molti anni prima. Dopo un primo incontro un po' burrascoso, le due fanno amicizia e Anya trova in Emily un'insostituibile alleata nel suo quotidiano tentativo di sopravvivere alle dinamiche di gruppo della scuola che frequenta e far colpo sul ragazzo che le piace.
Anya però scoprirà a sue spese che gli aiuti esterni, tanto più se soprannaturali, non risolvono le contraddizioni interiori e che per diventare grandi è necessario affrontare le proprie debolezze e guardare con affetto e tolleranza a quelle degli altri.
L’originalità di questo romanzo di formazione sta innanzitutto nel fatto che quella di Anya è una storia a fumetti, un albo dai contorni nitidi e le forme rotonde che a tratti ricordano il segno deciso di Marjane Satrapi, in secondo luogo in quella componente un po’ spaventosa, un po’ soprannaturale che ricorda un po’ i romanzi di Neil Gaiman.
Vera Brosgol racconta una storia bella e divertente (ho adorato la scena in biblioteca nella quale Anya deve consultare i giornali su microfilm e va nel panico più totale perché si aspetta di poter fare una ricerca come su Google), una storia in cui le ragazze adolescenti probabilmente si riconosceranno o riconosceranno alcune dinamiche proprie dei loro coetanei, mentre gli adulti apprezzeranno l’ironia, l’intelligenza e gli spunti di riflessione che l’autrice ci regala.
Qui una preview.
Voto: 3,5/5
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