Stieg Larsson, Uomini che odiano le donne, trad. di Carmen Giorgetti Cima. Venezia, Marsilio, 2007.
Id., La ragazza che giocava col fuoco, trad. di Carmen Giorgetti Cima. Venezia, Marsilio, 2008.
Id., La regina dei castelli di carta, trad. di Carmen Giorgetti Cima. Venezia, Marsilio, 2009.
I volumi che compongono questa trilogia sono praticamente già leggenda, in particolare dopo che il loro autore Stieg Larsson è morto di infarto non appena terminata la stesura dell'ultimo volume.
La trilogia, proprio in quanto tale, non è come i volumi di Mankell sull'ispettore Wallander o quelli di Fred Vargas sull'ispettore Adamsberg (sto per leggere Sotto i venti di Nettuno), che pur avendo un filo conduttore si possono tranquillamente leggere non nell'ordine in cui sono stati scritti.
Questi volumi, invece, richiedono una lettura sequenziale e costituiscono le tre parti di un'unica storia di oltre 2.000 pagine. Si può rimanere terrorizzati di fronte alla prospettiva di affrontare tre tomi di tale portata, ma vi assicuro che le dimensioni non rappresenteranno certamente un ostacolo (forse invece i nomi dei personaggi e dei luoghi in svedese invece sì).
La storia tocca un certo numero di generi; semplificando potremmo dire che il primo volume è primariamente un giallo, il terzo un poliziesco incentrato sui servizi segreti, il secondo una via di mezzo tra i due. In tutti e tre i volumi al centro della storia ci sono principalmente due personaggi, Lisbeth Salander, probabilmente il principale motivo del successo di questi romanzi, e Mikael Blomqvist, attorno ai quali ruotano numerosi comprimari, alcuni dei quali ben delineati e che in certi casi producono veri e propri spin-off interni alla storia che poi si riagganciano al tema centrale.
Non si può certo passare sotto silenzio che i romanzi soffrono, in certi momenti, di una fastidiosa ridondanza e prolissità e che praticamente tutti e tre fanno fatica a decollare nella lettura prima di 100 pagine. Non si tratta di capolavori letterari, sicuramente si può parlare di letteratura popolare e forse è anche per questo che piace molto di più a chi legge tendenzialmente poco piuttosto che a chi è un accanito divoratore di libri.
Eppure, Millennium ha dei tratti di originalità che lo rendono particolarmente interessante, e probabilmente questi tratti hanno a che fare con i personaggi, realistici e irreali, capaci di suscitare antipatia e amore allo stesso tempo.
Lisbeth è un personaggio che molti vorrebbero incontrare e che tanti sono convinti che esista veramente da qualche parte. Donne e uomini non possono fare a meno di innamorarsi di lei leggendo questo libro e di sentirne la mancanza dopo averne terminato la lettura.
Mikael è un amico e un amante cui molti si legherebbero, nonché un giornalista come vorremmo ce ne fossero.
Io personalmente ho amato in modo particolare il secondo volume della serie, quello incentrato su Lisbeth e che più degli altri mi ha tenuto incollata alla lettura. Il primo l'ho trovato avvincente, il terzo un po' più debole, ma pur sempre interessante.
In attesa di vedere materializzarsi sullo schermo cinematografico Lisbeth Salander (è in uscita in Svezia il film tratto dal primo volume e qui e qui potete vedere il trailer) e sperando di non restarne delusi, vi invito a farvi prendere dalla febbre di Millennium, abbandonando per un po' gli snobismi intellettuali e riscoprendo un po' di infantile piacere per le storie e gli intrighi. Buona lettura!!!
Voto: I volume 4/5; II volume 4,5/5; III volume 3/5
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