
La mia scoperta dei
King Hannah, il nome d’arte della band formata primariamente da
Craig Whittle e Hannah Merrick, con l’aggiunta di un tastierista/bassista e un batterista, è piuttosto recente e risale all’
autunno dello scorso anno, quando in vista del concerto, tenutosi sempre al
Monk, avevo iniziato ad ascoltare la loro musica, e soprattutto l’album
Big Swimmer.
Dopo essere stata conquistata dall’esibizione di dicembre scorso, non mi lascio sfuggire la possibilità di riascoltarli dal vivo nel loro tour estivo, che di nuovo tocca il Monk di Roma.
Arrivo al concerto un po’ all’ultimo minuto direttamente dal lavoro, e per non perdere il mio posto in prima fila, non mi fermo al banchetto del merchandising dove c’è una bellissima maglietta che avrei comprato volentieri, e che invece a fine concerto è esaurita!

Comunque, almeno la prima fila (un po’ laterale) la conquisto e sono pronta con la mia macchina fotografica anche per questo concerto.
Alle 21 in punto salgono sul palco i
Panta, una band indie rock di ragazzi romani che – ho ricostruito solo dopo – avevo
già ascoltato dal vivo, sebbene in una formazione leggermente diversa, nel 2019 a Villa Ada nell’
opening del concerto di Calexico + Iron&Wine. Rileggendo quanto avevo scritto allora, confermo la sensazione che già avevo avuto, ossia di una musica che inevitabilmente alle mie orecchie risulta troppo giovanilistica e che non mi conquista, per quanto sia gradevole da ascoltare e loro bravi ad eseguirla.

Dopo circa una mezz’ora di cambio palco, poco dopo le 22 salgono sul palco i King Hannah, e mi trovo in pieno effetto
deja-vu visto che la formazione e la disposizione sul palco è la stessa di dicembre, Hannah è vestita esattamente nello stesso modo (vestito rosso a balze e scarpe adidas verdi) e anche la scaletta del concerto non è molto dissimile.
Ovviamente, rispetto all’effetto sorpresa di dicembre che mi aveva conquistata, a questo giro so già cosa mi aspetta, il che non vuol dire che il concerto mi sia piaciuto di meno.

In questo caso, poiché conoscevo già il tipo di presenza scenica di Hannah, il suo modo di cantare e di stare sul palco, mi sono concentrata di più sul pubblico, la cui età media era decisamente più alta di quella dei musicisti, e all’interno del quale c’erano molte persone in adorazione di Hannah, in particolare una donna in prima fila che ha ballato entusiasta e ascoltato rapita tutto il concerto, ricevendo vari messaggi muti dalla cantante e la consegna finale della scaletta.
Del resto, un po’ come a dicembre, dopo l’esecuzione dei primi brani, la cantante si è sciolta un po’ con il pubblico e ha raccontato che lei e Craig la sera prima erano stati ad Ostia a sentire Bill Callahan (che bella questa cosa di musicisti che vanno a sentire altri musicisti!) e durante il giorno hanno fatto i turisti per Roma per visitare i suoi monumenti e mangiare pizza e gelato.

I King Hannah si confermano musicisti di razza e lo spettacolo dal vivo è di alta qualità musicale e performativa, sebbene io confermi di essere particolarmente conquistata più che dalla loro componente rock da quella notturna e malinconica, che poi è in generale il tipo di musica che ascolto maggiormente.
Però bravi, e decisamente da tenere d’occhio anche per il futuro.
Voto: 3,5/5
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