Ducks. Due anni nelle sabbie bituminose / Kate Beaton. Milano: Bao Publishing, 2023.
Il graphic novel di Kate Beaton è un memoir in forma di fumetto. Siamo in Canada nei primi anni Duemila: Kate vive con la sua famiglia nell'isola del Capo Bretone, alle estreme propaggini orientali del paese. Dopo essersi laureata, la ragazza - come molti studenti nordamericani - si ritrova con un enorme debito studentesco da restituire, e decide - come molte persone delle regioni orientali del Canada - di trasferirsi nello stato dell'Alberta, e precisamente nella zona delle sabbie bituminose, tra Fort McMurray e Fort McKay, dove in quel periodo all'epoca del racconto c'era bisogno di enorme quantità di forza lavoro per l'estrazione del petrolio.
Qui Katie si ritrova a essere una delle pochissime donne in un ambiente di lavoro al 95% maschile, nel quale le donne - indipendentemente dalla loro età, bellezza o comportamento - sono costantemente oggetto di attenzioni più o meno sgradevoli che arrivano fino a frequenti episodi di stupro.
Katie, che nel corso dei due anni lavorerà in diverse sedi tra quelle dove si estrae il petrolio, sperimenta ovunque lo stesso clima "da caserma" e finisce lei stessa vittima di stupro per ben due volte, oltre a raccogliere le confidenze delle altre colleghe che subiscono lo stesso trattamento, senza che sia di fatto possibile denunciare la situazione senza subire conseguenze persino peggiori.
E fin qui sembrerebbe un lavoro di denuncia dalle sfumature drammatiche.
In realtà il graphic novel della Beaton è qualcosa di molto più articolato e complesso, e proprio in questo sta la sua forza.
Se infatti il tema della condizione delle donne in questo contesto lavorativo è centrale, l'autrice non ama le semplificazioni e le risposte ovvie, e dimostra in tutto il racconto una grande empatia per gli esseri umani tutti e una spiccata propensione per l'analisi delle situazioni e la comprensione profonda.
Il suo, dunque, non è semplicisticamente un atto di accusa nei confronti del maschilismo onnipresente e pervasivo di fronte al quale ciò che diventa notizia è solo la punta dell'iceberg e spesso lo è in maniera distorta, bensì è anche una riflessione sulla tossicità di un contesto lavorativo che sembra fatto apposta per tirare fuori il peggio delle persone e che gioca sul fatto che le persone sono disposte a tanto per migliorare la loro condizione economica.
In questi campi dove i lavoratori vivono quasi segregati dal resto del mondo - lontani dalle loro famiglie, dagli affetti e da una vita normale - le condizioni di disagio psicologico sono molto diffuse, ma alle aziende interessa solo poter vantare l'assenza di incidenti sul lavoro. Non importa se il personale fa uso di sostanze stupefacenti per combattere solitudine e depressione, se gli uomini diventano predatori a caccia di donne, se le persone vengono sradicate dalle loro origini con il miraggio del guadagnare più di quello che potrebbero nei paesi da cui provengono, se la flora e la fauna che abitano questi territori vengono distrutte, perché su tutto prevale l'obiettivo delle aziende di sfruttare al massimo il petrolio.
Le sabbie bituminose dell'Alberta sono dunque un microcosmo che - pur nelle sue specificità e nella sua irripetibilità - permette di riflettere su molti/tanti dei temi che caratterizzano le nostre società capitalistiche. Con alcuni abbiamo familiarità (penso alle migrazioni con finalità lavorative, alla cultura maschilista e alla tossicità degli ambienti a prevalenza maschile, alle ricadute ambientali del nostro benessere), con altri meno (i debiti studenteschi sono qualcosa di più estraneo al contesto europeo, ma sappiamo di cosa si tratta). In generale però questa esperienza, in fondo lontana geograficamente e anche temporalmente da noi, si rivela ben più ricca di stimoli e di riflessioni di quanto non si possa immaginare al principio.
Tra l'altro la Beacon ha disegni molto gradevoli, espressivi sia nella componente ironica che drammatica (tavole con i dialoghi e le situazioni tra i vari protagonisti si alternano ad altre con vedute di insieme) e un modo di impostare il racconto lineare senza essere banale. E questo è certamente un valore aggiunto.
Insomma, una lettura consigliatissima per affrontare temi importanti con un approccio complesso, ma non noioso.
Voto: 4/5
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