Halim (Saleh Bakri) gestisce una sartoria artigianale insieme a sua moglie Mina (Lubna Azabal) nella Medina di Salé dove i due vivono. Poiché il lavoro è tanto e Mina non sta bene nella bottega arriva come apprendista Youssef (Ayoub Missioui), un giovane che sembra amare molto il mestiere.
Tra Halim e Youssef si crea immediatamente un feeling che si trasforma presto in attrazione alla quale Halim cerca di resistere e Mina reagisce con forme di gelosia più o meno evidenti.
Il cuore della narrazione si svolge tutto in poche settimane, quelle durante le quali Halim deve terminare la realizzazione di un elegantissimo caftano blu tutto ricamato che gli è stato commissionato e le condizioni di salute di Mina si aggravano costringendola a casa. È in questa contingenza delicata che i sentimenti tra Halim, Mina e Youssef sono chiamati a rivelarsi e che ognuno di loro sceglie come interpretare l'amore e in che direzione farlo sbocciare. È di fronte all'irrerversibilità del destino che si mostra in particolare la consapevolezza e la grandezza di Mina, donna profondamente religiosa ma anche fortemente anticonvenzionale, con la mente aperta e il cuore grande.
Nonostante una condizione contraria alla sua natura (che lo porta a soddisfare i propri bisogni nei bagni pubblici), Halim ama sinceramente e intensamente Mina, e quest'ultima pur consapevole dell'orientamento di suo marito ne riconosce la generosità e la purezza d'animo, e per questo si fa artefice di un avvicinamento definitivo tra Halim e Youssef lasciando a quest'ultimo l'eredità del suo amore per il marito.
Un film visivamente bellissimo, delicato nei sentimenti, capace di trasmettere un'infinità di sfumature e di moti dell'animo attraverso piccoli gesti e espressioni del volto, prima ancora che attraverso le parole.
Peccato per il doppiaggio, ormai per me piuttosto fastidioso.
Però Maryam Touzani si dimostra autrice di grande levatura e capacità da seguire con grande attenzione.
Voto: 4/5
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