In una breve puntata lavorativa a Milano, decido di fare un salto al Palazzo reale per vedere la mostra in corso dedicata a El Greco, il pittore Domínikos Theotokópoulos, nato a Creta nel 1541, poi vissuto per un periodo in Italia e infine trasferitosi in Spagna, a Toledo, dove realizza il numero maggiore delle sue opere e muore nel 1614.
Personalmente, trovo i dipinti di El Greco - pur essendo i soggetti quasi interamente a carattere religioso (del resto è difficile nella sua epoca e nei contesti nei quali opera immaginare qualcosa di diverso) - estremamente originali e diversi da tutto quello che conosciamo per quel momento storico. Le figure dipinte da El Greco hanno espressioni del volto e movimenti del corpo (oltre che colori dell'incarnato) che fanno pensare a un tratto quasi espressionista, creando una specie di disorientamento in chi guarda.
La mostra di Milano è interessante perché ci permette di comprendere meglio questa e altre caratteristiche della sua pittura, risalendo alle origini della formazione del pittore, ai modelli del suo perfezionamento in Italia e alla sua "poetica" consolidatasi in Spagna, tra l'altro nel periodo centrale della Controriforma.
El Greco nasce come pittore di icone, ma durante la permanenza in Italia - dove si trasferisce per perfezionare la tecnica e alla ricerca di committenti che purtroppo non trova - conosce alcuni maestri dell'epoca, tra cui Tiziano, Tintoretto e Michelangelo, e a loro si ispira per affinare la sua capacità di rappresentazione dei corpi, e non solo. Con il trasferimento in Spagna, dove finalmente El Greco trova dei committenti, il pittore - pur cercando di muoversi all'interno dei rigidi dettami di rappresentazione delle figure religiose previsti dalla Controriforma - sviluppa un linguaggio visivo decisamente originale e certamente molto personale, che non sempre sarà compreso dai suoi contemporanei.
La mostra milanese segue tutto il percorso del maestro e si conclude con una sala dedicata al Laocoonte, opera nella quale El Greco stravolge completamente l'iconografia del mito rappresentato nel famoso gruppo scultoreo, poi reinterpretato in maniera varia ma coerente da molti altri artisti.
Personalmente, della mostra ho apprezzato l'allestimento (con luci appropriate e un percorso chiaro), la scelta dei pezzi (compresi i pochi non di El Greco, che sono strettamente funzionali a comprendere il percorso artistico di quest'ultimo), i pannelli esplicativi completi e ricchi di spunti senza essere prolissi. Sono uscita dalla mostra sapendone certamente di più e avendo potuto apprezzare a pieno l'opera di questo pittore.
Voto: 4/5
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