La mia stagione teatrale 2023-2024 si apre con questo spettacolo di Giacomo Ciarrapico, Un giorno come un altro, messo in scena al teatro Sala Umberto con l'interpretazione dei bravissimi Carlo De Ruggieri (per me una conferma) e Luca Amorosino (una scoperta, invece).
Il testo scritto e diretto da Ciarrapico (uno degli autori, insieme a Luca Vendruscolo e al compianto e per me amatissimo Mattia Torre di Boris) racconta di un seggio elettorale dove si trovano fianco a fianco Ranuccio (Carlo De Ruggieri), un compassato ricercatore di storia, separato, con una figlia, e Marco Fioretti (Luca Amorosino), un romanaccio sgamato e un po' volgare, che vive grazie a un sito di scommesse.
Di fronte a un appuntamento come quello elettorale, che dovrebbe essere un momento importante per una democrazia in buona salute, i due uomini - diversissimi - si trovano completamente da soli. Le elezioni sono collocate vicine a una festività, e sia gli altri componenti del seggio che gli elettori hanno deciso di disertare la votazione e fare il "pontone".
La giornata infinita di Ranuccio e Marco diventa dunque l'occasione di un confronto tra due mondi, nonché della conoscenza reciproca che progressivamente e incredibilmente li avvicina. E così, mentre le vite di Ranuccio e Marco si srotolano davanti a noi, mostrando le loro crepe, di sottofondo ci rimane l'inquietudine e la tristezza di questo seggio vuoto; e se i destini individuali sono in qualche modo salvabili, quello della collettività è segnato dallo scollamento totale tra individuo e politica, e forse più in generale tra individuo e società.
Come ci si aspetta da uno spettacolo di Ciarrapico, nell'ora abbondante di Un giorno come un altro si ride molto (la scena clou è quella di De Ruggieri che si esibisce dal vivo in Ricominciamo di Adriano Pappalardo), ma di sottofondo non ci abbondona mai un senso di sconfitta, e il cinismo esibito da Marco ci fa paura per quanto ci appartiene.
Com'è proprio dei lavori di Ciarrapico (ma anche di Vendruscolo e Torre), si ride di gusto ma anche amaramente, e il sentimento riguarda i protagonisti ma anche noi stessi e tutto ciò che abbiamo intorno.
Uno spettacolo dunque gradevole e ben recitato, che però - devo ammettere - mi è sembrato non riuscire a mantenere la stessa intensità e ritmo per tutta la sua durata e soprattutto spegnersi in un finale oggettivamente un pochino sottotono.
Voto: 3/5
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