Babtou (Farba Dieng) è un giovane di origine senegalese, ma nato e cresciuto in Germania che esce di prigione dopo due anni. Ad attenderlo c'è l'amico di una vita, biondissimo e tedeschissimo, Dennis (Julius Nitschkoff). Nell'euforia della libertà i due finiscono in una rissa e Babtou viene di nuovo fermato dalla polizia. Questa volta però le istituzioni decidono non per la prigione, ma per il rimpatrio in Senegal, visto che Babtou pur essendo nato in Germania non è cittadino tedesco. Da qui inizia una storia rocambolesca e divertentissima per evitare il rimpatrio di Babtou, nella quale è centrale l'amicizia di Dennis e quanto quest'ultimo è disposto a fare per l'amico.
Si ride e ci si diverte grazie al ritmo sostenuto della narrazione, alle situazioni esilaranti, ai personaggi più o meno eccentrici, ai dialoghi quasi surreali, ma in tutto questo si riflette su quanto siano paradossali le leggi dello stato tedesco (che non è certamente l'unico in Europa e nel mondo occidentale) nei confronti delle persone nate nel paese da genitori provenienti da altri paesi del mondo e, più in generale, sul tema della diversità e dell'inclusione, questioni calde e centrali per le nostre società.
Ah dimenticavo, il titolo del film Toubab fa riferimento al termine con cui in Senegal ci si riferisce all'uomo bianco: si capire al termine del film perché la scelta di questo titolo.
La possibilità di recuperare questo film del 2020 di Florian Dietrich me la dà il Goethe Institut di Roma che ha organizzato nel suo giardino una rassegna cinematografica dal titolo Germania a colori - Diversità e inclusione nel cinema tedesco, in questo caso preceduta anche dalla possibilità di un aperitivo all'aperto.
Il film mi permette anche di fare la conoscenza di un piccolo - e per me ignoto - festival di cinema che in realtà esiste dal 2012 e si svolge nel cuore del quartiere di Torpignattara, ossia il Karawan Fest. Prima della proiezione, due degli organizzatori ci raccontano che il film Toubab ha vinto l'ultima edizione del festival, dopo essere stato segnalato proprio dal Goethe Institut che da tempo collabora con loro nella selezione.
Per un festival che si definisce "itinerante sui temi dell’immigrazione, incontro di culture e integrazione con punto di vista e tono programmaticamente non drammatici" effettivamente Toubab è praticamente perfetto, una commedia che riesce a parlare di temi importanti con leggerezza ma non in maniera semplicistica.
A questo punto non resta che attendere la prossima edizione, che si svolgerà tra la fine di agosto e l'inizio di settembre, e scoprire gli altri titoli selezionati quest'anno.
Voto: 3,5/5
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