La crepa / Carlos Spottorno; Guillermo Abril; trad. di Francesca Bianchi; introduzione di Fabio Geda. Torino: add editore, 2017.
La crepa è un libro di grande formato di cui è difficile classificare il genere: il suo contenuto è infatti un reportage "a fumetti", la cui base è rappresentata dalle fotografie realizzate da Carlos Spottorno e dai testi realizzati dal giornalista Guillermo Abril. Lo definiamo reportage a fumetti, perché le foto non sono riprodotte come tali, bensì sono modificate per ottenere un effetto disegnato.
Si tratta di qualcosa di particolarmente originale e che possiamo affermare non essere solo un vezzo estetico, in quanto questa operazione grafica è in grado di conferire alla narrazione visiva (e di conseguenza testuale) una carica emotiva e una profondità particolari, in linea con i temi trattati.
Il libro nasce dai viaggi realizzati da Spottorno e Abril alle frontiere dell'Unione Europea (in Marocco, Turchia, Lampedusa, Ungheria, Ucraina, Finlandia), lì dove persone provenienti da altri continenti e luoghi fanno il tentativo (o meglio gli infiniti tentativi) di entrare in Europa, trovandosi di fronte a muri fisici e di altro genere ed essendo costretti ad affrontare esperienze estreme, in alcuni casi andando incontro alla morte.
La crepa è quella che si sta creando ai confini dell'Unione Europea e che si allarga sempre di più, mettendo in discussione i valori stessi su cui essa è stata fondata. Il racconto di Spottorno e Abril è di grande impatto e fascino perché i due ci trasmettono un racconto dal vivo e per immagini di cosa accade in questi luoghi e riportano anche i pensieri e i punti di vista dei protagonisti, non solo i migranti, ma anche gli operatori delle ONG, nonché le forze militari e i rappresentanti delle istituzioni su questi territori. È dall'incrocio tra questi punti di vista che emergono riflessioni, interpretazioni ed elementi conoscitivi in certi casi anche originali. In particolare, mi ha colpito il reportage proveniente dal confine terrestre orientale dell'Unione Europea che permette di capire - molto meglio di tantissimi telegiornali - il ruolo e il significato strategico dell'Ucraina, dentro il quale c'è buona parte della spiegazione della guerra in corso da oltre un anno.
Altri confini sono per noi più noti e per certi versi familiari: penso al Mediterraneo e a Lampedusa, ma non è mai la stessa cosa ascoltare la versione massificata di notizie spot da parte dei media e un racconto dal vivo che cerca di collocare gli eventi all'interno di un quadro più complessivo.
Per quanto mi riguarda è stata una lettura appassionante e illuminante, che consiglio a tutti e che potrebbe stare bene anche in occasioni di approfondimento da fare in ambiente scolastico o in altri contesti formativi e informativi.
Voto: 4/5
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