Peter Stein porta in scena al Teatro Sala Umberto Il compleanno di Pinter affidandosi a un cast solido in cui spicca la presenza di Maddalena Crippa.
Siamo nella casa di Meg e Petey Bowles, una coppia ben oltre la mezza età che affitta alcune stanze. In una di queste da tempo alloggia Stanley (Alessandro Averone), un giovane di cui non sappiamo quasi nulla (millanta un passato da pianista), che trascorre le sue giornate nella nullafacenza, in un gioco di seduzione con la signora Meg e con l'amica di lei, Lulu. Tutto questo prosegue fino a quando giungono in città due stranieri, Goldberg e McCann, che chiedono di alloggiare nella pensione dei Bowles. I due sembrano conoscere Stanley, che sottopongono subito a una specie di assurdo interrogatorio. La situazione degenera durante la festa di compleanno che i due uomini organizzano per il compleanno di Stan, che - anche complice il tasso alcolico - degenera in un crescendo di tensione, nonsense, sadismo, violenza fisica e psicologica.
Il mattino dopo, mentre la vita di Meg e Petey sembra tornare all'ordinaria routine, è accaduto qualcosa che cambia per sempre la situazione, sebbene non molte spiegazioni ci vengano fornite e molto resta non esplicitato.
La messa in scena è perfettamente funzionale al tono della narrazione, con una scenografia fissa sulla sala da pranzo dei Bowles, mentre le altre stanze della casa e il mondo esterno vengono evocati ma non entrano mai in scena, contribuendo al senso di straniamento complessivo. La sequenza del compleanno è particolarmente angosciante nella forma e nella sostanza, soprattutto perché non troviamo nessun appiglio razionale a cui ancorarci.
Un testo oscuro e ambiguo che spiazza e destabilizza, e che ancora riesce ad attrarre e a comunicare qualcosa alla nostra post post modernità.
Voto: 3,5/5
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