Dopo il ritorno in sala di questo film grazie all'elevato numero di candidature agli Oscar, riesco a recuperare il film dei cosiddetti Daniels (Daniel Kwan e Daniel Scheinert), che pur non essendo propriamente il mio genere mi incuriosisce molto.
Al centro della narrazione Evelyn Wang (Michelle Yeoh), una cinese di circa 50 anni immigrata in America, che gestisce insieme a suo marito Waymond (Jonathan Ke Quan) una lavanderia a gettoni, ha una figlia, Joy (Stephanie Hsu), che ha una relazione con una ragazza, e un padre, Gong Gong (James Hong), appena arrivato dalla Cina.
Evelyn sta attraversando un momento di crisi, ma la sua vita è destinata a prendere una nuova direzione quando un'altra versione di Waymond proveniente da un universo parallelo, Alphaverso, la ingaggia in una missione per salvare il suo mondo dalle mire distruttive di Jobu Tupacki.
Questa missione metterà la donna di fronte alle molteplici versioni di sé degli universi alternativi, ossia gli universi nati dalle varianti innescate da ogni piccola decisione presa nel tempo.
Per Evelyn sarà l'occasione di riflettere su sé stessa e sulle sue scelte, oltreché per riacquistare un senso di sé e degli affetti della propria vita.
Il tutto si traduce in un frullatore che pur avendo in fondo un significato semplice ha una confezione piena di creatività.
Tra citazioni che vanno dal pop al colto, trovate esilaranti che oscillano tra il grottesco e il demenziale, e universi alternativi davvero imprevedibili (vedi quello in cui Evelyn e la figlia sono trasformate in due enormi sassi in un mondo desertico, o quello in cui tutti hanno dei wurstel al posto delle dita) il film dei Daniels è capace di raggiungere qualunque pubblico, pur rimanendo fedele alla sua natura indipendente.
Un giocattolone "artigianale" che intrattiene con intelligenza.
Voto: 3,5/5
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