I concerti di Unplugged in Monti sono finalmente tornati! E in quest'estate 2022 la scelta è stata quella di individuare una location diversa per ogni concerto in una zona diversa di Roma, creando collaborazioni e contatti. Dopo il concerto di Andy Bell a Garbatella (cui non sono riuscita ad andare), non posso perdere quello di Steve Gunn sulla terrazza di Industrie Fluviali. Gunn è stato il chitarrista di Kurt Vile nei Violators, ma ormai da diversi anni ha intrapreso una carriera solista che - devo ammettere - conosco poco ma che, da quel poco che ho ascoltato, mi è sembrata degna di attenzione.
D'altra parte la verità è che non importa quanto si conosce il cantante, perché con i concerti di Unplugged in Monti si va quasi sempre sul sicuro e, anche se la musica non sarà esattamente quello che ci aspettavamo o non incontrerà perfettamente i nostri gusti, l'atmosfera certamente non ci tradirà.
Così accade nel caso di Steve Gunn. Il posto è su via del Porto Fluviale: al piano terra un bar/punto di ristoro dove prendo un ottimo panino con felafel e una birra, poi salgo in terrazza dove la platea però non è ancora aperta.
Alle 20,30 possiamo prendere posto e io mi sistemo in prima fila con la mia macchina fotografica. Alle 21.15 Steve Gunn è pronto a cominciare. Fa spostare una luce sul palco perché gli finisce negli occhi, con il risultato che poi arriva dritta dritta negli occhi di noi seduti in prima fila ma poco male.
Lui è un ragazzo non più giovanissimo, ma certamente ancora timido, che dice poche parole e prevalentemente si esprime attraverso la sua chitarra con cui - grazie alla pedaliera - crea anche arrangiamenti e basi, nonché variazioni nelle sonorità.
Le sue canzoni sono tutte molto quiet, e ogni tanto Steve per cantarle si rivolge a un quadernone dove ci sono scritte i testi di alcune di esse. Tra queste la canzone che lui dice essere la sua preferita al momento e che ci comunica essere stata scritta da una sua amica (il cui nome è Bridget St John, anche se lì per lì capisco Bridget Jones :-D ).
Tra melodie sussurrate e un uso della chitarra ampio e talvolta virtuosistico, il concerto fila via in un batter d'occhi, mentre il pubblico è attento e silenzioso, salvo mostrare il suo apprezzamento al termine di ogni esecuzione. Quando Gunn ci saluta, viene inevitabilmente chiamato a gran voce e risale sul palco per un'ultima canzone, promettendo di tornare a Roma magari quando farà un po' meno caldo. Sì, perché stasera la temperatura è ai limiti del sopportabile. Quando il concerto finisce siamo tutti accaldati, ma contenti di esserci stati.
Voto: 3,5/5
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