Ogni bellissima cosa è uno spettacolo che io e F. abbiamo inseguito e mancato nei lunghi mesi della pandemia e che finalmente siamo riuscite a vedere grazie alla rassegna Prossime visioni. Cinema-teatro a Palazzo organizzata appunto da Palazzo Merulana.
Lo spettacolo è tratto dal libro omonimo di Duncan McMillan, poi adattato per il teatro da lui stesso insieme a Jonny Donahoe. In Italia ce lo porta la bravissima Monica Nappo, qui in veste di regista e traduttrice anziché di attrice; sul palco Carlo De Ruggieri, certamente noto a tutti i fan di Boris e a tutti i nostalgici di Mattia Torre che lo ha spesso voluto a recitare i suoi testi.
Palazzo Merulana non è un teatro e non ha un auditorium in senso stresso. Lo spettacolo si svolge nella sala dell’ultimo piano, dove di solito ci sono le esposizioni temporanee e si tengono gli eventi. Lo spettacolo si presta certamente a un ambiente più informale e meno caratterizzato dalla divisione tra attori e spettatori.
Le sedie sono tutte disposte in cerchio, in varie file, intorno a Carlo De Ruggieri, che prima che lo spettacolo inizi ci fa pescare da un contenitore trasparente un bigliettino in cui c’è scritto un numero e una frase. Ci dice che possiamo vederla e che dovremo leggerla ad alta voce a un certo punto dello spettacolo.
Ogni bellissima cosa racconta la storia di un uomo che da bambino ha dovuto fare troppo presto i conti con la morte di fronte al primo tentativo di suicidio della madre depressa. Questo bambino, che all’inizio è troppo piccolo per comprendere e non riesce nemmeno a fare delle domande al padre, che a sua volta non sembra animato da un grande desiderio di spiegare, diventa ben presto adolescente, mentre sua madre continua a combattere con questo male oscuro che fa seguire a momenti di euforia cadute rovinose nel baratro del nonsenso. È in questa fase che il protagonista comincia a stilare la lista di “ogni bellissima cosa” per cui vale la pena vivere, con l’intento di invadere di questi pensieri “positivi” la vita della madre e con la speranza di salvarla. La depressione però non ha molto a che fare con la volontà e il nostro protagonista dovrà dolorosamente prenderne coscienza, al punto da abbandonare la lista. Questa lista però ritornerà a essere protagonista in molti momenti importanti della sua vita e si allungherà fino a raggiungere numeri parecchio elevati.
In questa rievocazione della memoria il pubblico è parte integrante dello spettacolo e protagonista: non solo è chiamato a recitare alcune delle bellissime cose della lista, ma ad alcune persone del pubblico viene chiesto di interpretare alcuni personaggi di questa storia. Carlo De Ruggieri è bravissimo nell’esprimere le tante sfumature di questa storia e del suo protagonista: non mancano i momenti divertenti, quasi comici, ma dietro questa apparente leggerezza scorre una storia molto forte, che fa riflettere ed emozionare profondamente.
Io non riesco a trattenere una lacrimuccia al termine dello spettacolo, e devo dire che è qualcosa per me di molto raro a teatro. Sarà che questo modo di fare teatro, il clima informale, l’assenza di distanza tra attore e spettatori, il coinvolgimento del pubblico sono per me un modo davvero bello di assistere a uno spettacolo, e trasformano il semplice ascolto in partecipazione attiva e stratificata. Se a questo si aggiunge un testo così diretto, delicato e potente la magia è compiuta.
Voto: 4,5/5
Meraviglioso!
RispondiElimina<3
Elimina