Approfitto della presenza a Roma di mio nipote F., che grazie alla sua innata curiosità è aperto alle proposte più diverse, per prendere i biglietti per lo spettacolo Romeo e Giulietta al Globe Theatre, da poco riaperto e da non molto dedicato - oltre che a Silvano Toti - alla memoria del suo animatore Gigi Proietti.
E questo spettacolo è proprio una delle ultime regie di Proietti, che la sua allora assistente alla regia, Loredana Scaramella, decide di portare sul palco anche per omaggiare il grande Gigi. Non a caso prima dell'inizio dello spettacolo, proprio la Scaramella introduce la proiezione di un breve video che mostra un po' di immagini rubate nel dietro le quinte dello spettacolo durante la preparazione di esso alla presenza dello stesso Proietti. L'applauso lungo e sentito scatta spontaneo.
Dopo una breve pausa, lo spettacolo inizia con la scena dell'incontro tra due gruppi di giovani, vestiti in abiti contemporanei e appartenenti a due bande contrapposte, che si scontrano e si sfidano, mentre il giovane Romeo, unico figlio di una delle due famiglie rivali, vaga per i boschi, perso nei suoi pensieri di amore per Rosalina.
Il Romeo e Giulietta di Proietti inizia contemporaneo con magliette e pantaloni strappati e accenni di rap; poi dopo la partecipazione alla festa in maschera che segna l'incontro tra i due protagonisti e l'inizio della loro storia d'amore si fa un salto nel passato sia a livello di abiti sia a livello di linguaggio, quasi fosse un sogno dopo il quale tutti si risvegliano amaramente con la morte di Romeo e Giulietta che riporta tutti al presente e alla realtà.
L'allestimento è semplice ma godibile, e l'opera di Shakespeare è davvero immortale e capace di conquistare spettatori di ogni età e formazione. Mio nipote apprezza, così come le due ragazzine sedute nella fila accanto alla nostra (sebbene facciano un po' di casino).
Soffriamo solo per il caldo umido che ci attanaglia nei palchi del Globe (e che le quattro gocce di pioggia che cadono a metà dello spettacolo fanno aumentare), per le sedie di legno dalla seduta scomodissima e che in prima fila sono troppo alte per appoggiare i piedi, e per la rumorosità di un pubblico che non sembra abituato al religioso silenzio del teatro.
Però, nonostante l'orario (lo spettacolo finisce a mezzanotte e mezza quasi), siamo contenti di essere venuti e ce ne torniamo a casa piacevolmente stanchi e soddisfatti.
Voto: 3/5
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