Mercedes / Daniel Cuello. Milano: Bao Publishing, 2019.
Mercedes è una donna molto potente e molto appariscente, anche grazie alla sua fluente chioma rossa che la sua assistente le sistema prima di ogni uscita pubblica.
La donna, che pure ha tutto il mondo ai suoi piedi, si trova però a un bivio della sua esistenza; i suoi potenti amici l’hanno abbandonata al suo destino e a Mercedes mancano poche ore prima di essere raggiunta da un mandato di cattura per tutti gli orribili crimini verso l’ecosistema e gli esseri umani che ha commesso e su cui ha costruito – senza alcuno scrupolo – il suo impero.
Per questo Mercedes, con il suo pesante e ingombrante carico di valigie, è in fuga verso il confine in tempo utile per sfuggire alle autorità giudiziarie. In questa fuga è aiutata e sostenuta dal suo manipolo di assistenti, che tratta praticamente come schiavi e per i quali non ha alcun riguardo.
Il cinismo e la cattiveria di Mercedes si dimostrano senza confini anche nei confronti di quelle persone verso le quali sembrerebbe manifestare inizialmente una certa affezione.
Man mano che il viaggio prosegue i bagagli diminuiscono e anche le persone che l’accompagnano, gli uni e gli altri abbandonati “lungo la strada” (talvolta persino letteralmente) per alleggerire il carico e correre più velocemente verso la salvezza.
Mentre la narrazione prosegue, Daniel Cuello ci porta avanti e indietro nel tempo, aprendo dei flashback che a poco a poco gettano luce sull’infanzia di Mercedes e sulle radici del suo modo di essere e dei flashforward che disseminano alcuni indizi su quello che accadrà, suscitando curiosità nel lettore.
Non conoscevo Daniel Cuello; poi qualche tempo fa ho sentito parlare benissimo di questo albo, e pochi giorni fa L. mi ha decantato Residenza Arcadia. Quindi a casa dei miei amici A. e I. ho trovato tutti i suoi graphic novel e ho iniziato da qui.
Questo primo incontro con Cuello mi ha incuriosita e sicuramente mi ha predisposta a leggere altro. Mi sono piaciuti molto i disegni con il loro tratto nervoso ma definito, e le inquadrature originali e talvolta persino ardite, nonché i colori in questo caso accesi come la chioma di Mercedes, che però virano altrove quando si racconta il passato o il futuro.
Cuello ci parla di un futuro distopico in cui corruzione e disastro ambientale sono ormai arrivati al punto di non ritorno. Tutte le colpe sembrano concentrarsi nella perfida figura di Mercedes, ma in realtà l’autore non vuole fare la morale, non dà giudizi e introduce qua e là indizi che permettono anche di comprendere, senza giustificarli, i comportamenti della donna. Mercedes è in fondo solo la front-woman di un sistema che è molto più pervasivo e diffuso, e rispetto al quale la base sociale ha pochi strumenti di difesa.
Sono pronta ora a leggere gli altri suoi albi.
Voto: 3,5/5
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