21 giorni alla fine del mondo / Silvia Vecchini e Sualzo. Milano: Il Castoro, 2019.
Mancano 21 giorni a Ferragosto. Lisa, che vive in un piccolo paese sul lago, la trascorre aiutando la mamma al chiosco, passeggiando in bicicletta e facendo chiacchiere con Rima, una ragazza indiana più piccola di lei. Mentre il "matto" del paese va in giro in bicicletta ricordando a tutti, come oggi anno, che a ferragosto ci sarà la fine del mondo, la vita continua come sempre, fino a quando alla porta di Lisa non bussa Ale, un carissimo amico di infanzia, una specie di fratello, che dopo la morte della madre, annegata nel lago, si è trasferito altrove senza dare più notizie di sé.
Lisa dovrà superare la resistenza e il risentimento che naturalmente prova nei confronti di Ale, ma l'affetto che la lega a lui le farà accettare di aiutarlo a finire la costruzione di una zattera che avevano iniziato da piccoli.
Quali siano i motivi che hanno determinato a suo tempo la scomparsa di Ale e di suo padre e cosa spinga oggi Ale a finire di costruire la zattera sono cose che Lisa dovrà scoprire nei 21 giorni che la separano da ferragosto, il giorno in cui Ale probabilmente ripartirà e nel paese ci sarà la grande festa con i fuochi di artificio e l'esibizione di karate della scuola locale che Lisa frequenta (e che a suo tempo frequentava anche il suo amico). E forse quella sarà anche la fine del mondo.
I momenti di questo piccolo giallo psicologico di ambito adolescenziale sono scanditi in capitoli che hanno come titoli alcuni dei venti precetti che il Maestro Funakoshi elaborò come obiettivi da realizzare nella vita quotidiana attraverso la pratica del karate.
Come spesso nei libri disegnati da Sualzo sulle storie di Silvia Vecchini (penso ad esempio a Fiato sospeso, che mi era piaciuto moltissimo, e a La zona rossa), protagonisti sono dei bambini/adolescenti impegnati nella difficile arte di diventare adulti, che sempre comporta la necessità da un lato di affrontare le proprie paure e dall'altro di mettersi in relazione per comprendere il punto di vista degli altri.
La delicatezza - del disegno e della narrazione - con cui Sualzo e Vecchini affrontano temi anche piuttosto importanti e delicati - rispetto ai quali di solito i bambini vengono tenuti distanti e protetti - è sicuramente l'aspetto più apprezzabile dei loro fumetti, che sono capaci proprio per questo di parlare anche al pubblico degli adulti.
Voto: 3/5
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