Ed è arrivata anche la mia prima volta a uno spettacolo dei Momix. La mia amica C. mi propone di andare al Teatro Olimpico a vedere il loro ultimo lavoro, Alice, ispirato al romanzo di Lewis Carroll, Alice nel paese delle meraviglie, che arriva a Roma in anteprima mondiale.
La scelta non deve stupire perché l'ideatore e coreografo del progetto Momix, Moses Pendleton, è un accademico dell'Accademia filarmonica di Roma e dunque evidentemente ha con la città un rapporto consolidato e speciale.
La mia amica C. li ha già visti più volte, dunque sa cosa l'aspetta, io invece - che tra l'altro non amo particolarmente gli spettacoli di danza - sono veramente colpita dalla creatività e dalla capacità immaginifica che c'è dietro un lavoro di questo genere.
La messa in scena di Alice si articola in una successione di quadri, ciascuno ispirato a un episodio o a un capitolo della storia narrata da Carroll, che prendono vita grazie a un mix unico garantito dalla somma di componenti se vogliamo semplici, ma perfettamente integrate: l'uso delle luci e delle immagini proiettate sul fondale, la scelta delle musiche, l'utilizzo di oggetti comuni (palle, scale ecc.), i costumi e la straordinaria maestria dei bravissimi ballerini.
Negli spettacoli dei Momix non c'è alcun effetto speciale, e anche quelli che sembrano effetti speciali sono in realtà straordinarie invenzioni visive di Moses Pendleton. Nel caso di Alice, io ho trovato particolarmente d'impatto la danza con gli specchi, in cui i ballerini fanno ballare e volare la loro immagine riflessa e si trasformano da uomini in strani esseri che sembrano quasi insetti; e poi quella dei fiori, in cui l'interazione tra i movimenti delle ballerine e i loro abiti cangianti trasforma continuamente l'apparenza di quello che vediamo sul palco. Ma le scene capaci di lasciare a bocca aperta sono numerose e le magie visive si susseguono senza soluzione di continuità, catturando l'attenzione persino dei numerosi bambini e ragazzi presenti in sala.
Anche il registro della messa in scena cambia nel corso dello spettacolo, passando da uno più bucolico e figurativo (penso per esempio all'inizio dello spettacolo) a uno più astratto e techno (penso in particolare ad alcuni momenti della seconda parte).
Dal mio primo incontro con i Momix esco con un'ammirazione infinita per l'inventore di tutto questo, Moses Pendleton, che da ormai 40 anni (ha dato avvio al progetto Momix nei primi anni Ottanta) continua a stupire il pubblico di tutto il mondo con la sola forza della sua incredibile visionarietà e genialità creativa, oltre che ovviamente grazie a corpi di ballo formati da ballerini di altissimo livello.
Applauso. E il voto lo dò non tanto a questo specifico spettacolo ma alla meraviglia del mio incontro con una tale capacità immaginifica (sarà anche perché io ne sono completamente sprovvista :-D )
Voto: 4/5
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